Il gallio, un metallo dalle proprietà uniche, potrebbe custodire un segreto in grado di riscrivere i libri di fisica e ridefinire le fondamenta della materia. Noto per la sua capacità di passare da uno stato all’altro con temperature sorprendentemente basse, porta alla luce un enigma che sfida il nostro attuale modello teorico.
Il “Modello Standard della Fisica delle Particelle”, pur essendo una delle teorie più accurate mai sviluppate, presenta dei limiti che gli scienziati stanno cercando di esplorare. È qui che entra in gioco il gallio, con il suo isotopo stabile gallio-71. Quando questo isotopo interagisce con i neutrini elettronici, decade in germanio-71 e un elettrone, innescando un processo ciclico misurabile.
I neutrini, particelle sfuggenti e quasi impercettibili (ma comunque catturabili), esistono in tre “forme”: elettronico, muonico e tauonico. Durante il loro viaggio nello spazio, questi subiscono un’oscillazione, cambiando sapore in un rapporto ben previsto dalla teoria. Tuttavia, gli esperimenti condotti con il gallio hanno evidenziato un’anomalia: la quantità di germanio prodotta è inferiore alle attese.
Diversi studi, come il Soviet–American Gallium Experiment e il progetto GALLEX, hanno confermato questo deficit, noto come “anomalia del gallio”. Anche escludendo possibili errori nelle aspettative sui neutrini solari o nelle misurazioni, l’anomalia persiste, suggerendo che il problema potrebbe risiedere nel Modello Standard stesso.
Una possibile spiegazione potrebbe essere l’esistenza di un neutrino sterile, una particella ipotetica che interagirebbe solo attraverso la gravità. Sebbene altre ricerche abbiano escluso determinate masse per questa particella, i risultati degli esperimenti con il gallio indicano una massa ancora maggiore.
