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martedì, Ottobre 15, 2024
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Il ricordo di mio padre deportato: un’eredità di sinistra

Paolo Del Debbio ha condiviso la sua storia personale in un’intervista al Corriere della Sera, toccando vari aspetti della sua vita. Ha trascorso due anni nel seminario arcivescovile di Lucca, dai 16 ai 18 anni, che ha descritto come i più belli della sua vita. Durante quel periodo ha sviluppato un forte interesse per la filosofia, leggendo opere importanti come la Summa di san Tommaso. Del Debbio ha considerato l’idea di diventare prete, attratto dal clima di studio e silenzio, ma ha poi sentito il richiamo dell’amore e ha vissuto con tensione questa dualità per tutta la vita.

Il giornalista ha parlato anche delle critiche ricevute, esprimendo particolare sensibilità riguardo all’accusa di fascismo, che considera inaccettabile, dato che è figlio di un deportato. Ha raccontato dei racconti del padre sul campo di prigionia e ha criticato la disumanizzazione imposta dai nazisti, sottolineando l’importanza dell’esperienza personale nel costruire la propria identità antifascista.

Del Debbio ha condiviso la sua entrata nel mondo della Fininvest, grazie all’intercessione di Gina Nieri, che sarebbe diventata sua moglie. Neri organizzò un incontro con Fedele Confalonieri, che lo assunse come assistente. Nel 1993, Del Debbio fu convocato per formare il gruppo incaricato di scrivere il programma di Forza Italia, un compito che affrontò nonostante la sua poca esperienza politica di quel periodo. Ha sottolineato che, prima, votava per i socialisti e aveva un’idea politica che si muoveva verso sinistra piuttosto che verso destra.

Riguardo alla Democrazia Cristiana, ha espresso scetticismo, ricordando l’opinione di don Gianni Baget-Bozzo, che sosteneva come l’unità politica dei cattolici avesse portato a una deresponsabilizzazione del pensiero. Infine, Del Debbio ha parlato con ammirazione di Silvio Berlusconi, riconoscendolo non solo per la sua genialità, ma anche per la sua capacità di ideare, organizzare e realizzare progetti, evidenziando la rarità di tali abilità in un singolo individuo.

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