A poco più di due settimane dalla tragica strage di Paderno Dugnano, avvenuta il 17 agosto, in cui un ragazzo di 17 anni ha ucciso con un coltello il padre, la madre e il fratello di 12 anni, il giovane ha avuto un incontro con i nonni presso il carcere minorile Beccaria di Milano il 16 settembre. Questo colloquio è stato autorizzato dal Tribunale per i minorenni di Milano, su richiesta della difesa, e dopo che sia il ragazzo che i nonni avevano manifestato il desiderio di incontrarsi. Durante l’incontro, secondo fonti vicine alla famiglia, ci sono stati momenti di intensa emotività, caratterizzati da lacrime e silenzi difficili da gestire. Nonostante il dolore per la tragedia, i nonni hanno espresso l’intenzione di sostenere il nipote, desiderosi di essere un punto di riferimento durante il processo legale che lo attende. Anche altri membri della famiglia, come gli zii, hanno confermato la loro volontà di rimanere vicini al giovane.
Dopo il colloquio, il 17enne è stato trasferito dal carcere minorile Beccaria a quello di Firenze, un passaggio che rientra nelle procedure standard per la gestione dei detenuti minorenni in attesa del processo. Nel frattempo, la difesa, rappresentata dall’avvocato Amedeo Rizza, sta cercando di dimostrare che il giovane potrebbe avere un disturbo mentale che ha influito sulle sue azioni durante la strage, e ha richiesto una consulenza psichiatrica per accertare eventuali incapacità al momento del crimine.
In campo giudiziario, è aperto il dibattito sulla premeditazione del gesto, contestata dalla procuratrice minorile Sabrina Ditaranto e dalla pm Elisa Salatino. La difesa, d’altro canto, contesta questa accusa, sostenendo che il ragazzo non fosse pienamente consapevole delle conseguenze delle sue azioni nel momento in cui ha commesso il delitto. Questo aspetto giuridico si aggiunge alla già complessa situazione del giovane, che affronta un lungo percorso legale dopo una tragedia che ha sconvolto la comunità.