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In Sicilia gli psicologi guadagnano il 50% in più di un anno fa. In Italia i redditi sono aumentati in media del 28%


Gli effetti del post lockdown sull’economia globale erano già noti: prima un deciso rimbalzo del PIL nel 2021, poi una stima di crescita generale nel 2022. Ma ora, a confermare il trend c’è anche l’ultima dichiarazione dei redditi degli psicologi: per loro, con un aumento medio dei guadagni netti del 28,57%, il 2021 è stato un anno d’oro.

I dati, elaborati dall’ENPAP, rivelano una buona crescita dei redditi medi annui: nel 2020, infatti, il lavoro degli stessi professionisti si era ridotto del 5,62 con un introito medio in 12 mesi di 13.554 euro, (nel 2021 il reddito netto medio è stato di 17.426,29 euro). È il Sud ad aggiudicarsi il record dei record: redditi e fatturato della psicologia hanno conquistato, complessivamente, un +38,04%. Ma il dato più straordinario di tutti arriva dalla Sicilia che, con un +52,93, ha fatto salire i redditi netti annui degli psicologi isolani da 8.592 a 13.140 euro.

Gli effetti della pandemia sulla salute mentale

Un successo certamente enorme, ma non del tutto inaspettato: l’aumentata richiesta di aiuto psicologico a seguito delle difficoltà legate alla pandemia era già stata sottolineata dai ricercatori di tutto il mondo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, aveva evidenziato un incremento del 25% dei disturbi emotivi comuni, in particolare ansia e depressione, incrementatasi di un ulteriore 10% dopo la fase più acuta della pandemia e i primi e più restrittivi lockdown.

«L’emergenza sanitaria da Covid-19 – spiega Felice Damiano Torricelli, presidente di ENPAP – ha sdoganato l’idea che chiedere aiuto ad un professionista potesse essere un segno di debolezza. Tutti noi possiamo attraversare periodi di cambiamento e trasformazione che, come tali, possono scombussolare la nostra esistenza. La maggior parte delle persone che si è rivolta ad uno psicologo nel post pandemia, infatti, lo ha fatto per superare difficoltà passeggere e non per curare delle vere e proprie patologie».

Il SSN non riesce a rispondere a tutte le richieste di aiuto

Si stima che, prima della pandemia, i disturbi emotivi comuni riguardassero circa il 16% della popolazione, intorno a 10 milioni di italiani. «Ma – aggiunge lo psicologo -, oltre all’aumento collegato al Covid, vanno considerate anche tutte le persone con sintomi “sottosoglia”, quei disturbi che, pur necessitando di attenzione clinica e dell’attivazione di iniziative di prevenzione, vista la condizione di rischio, non soddisfano tutti i criteri per definire una diagnosi. E sono innumerevoli, soprattutto tra i giovani sotto i 35 anni, coloro che in questo periodo stanno vivendo difficoltà psicologiche, più o meno intense, nell’adattarsi alle variate condizioni della socialità e del lavoro. Queste persone – dice il presidente di ENPAP – sono solitamente ben consapevoli che interventi anche brevi e focalizzati potrebbero aiutarle a superare le difficoltà e a riprendere il loro cammino di vita, a rimettere in circolo i loro talenti, la loro creatività, la loro intelligenza, al servizio di loro stessi e del Paese. Ma non possono permettersi la spesa che dovrebbero affrontare, perché è quasi impossibile trovare la disponibilità di uno psicologo nel Servizio Sanitario pubblico».

Gli investimenti in psicologia possono trasformarsi in risparmio

Secondo le previsioni, il numero di individui che avrà la necessità di un supporto psicologico è destinato ulteriormente a crescere, anche a causa di altre incertezze entrate nel quotidiano, come la guerra Russia-Ucraina. Già in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale 2022, la ricerca di Elma Research aveva rilevato che il 65% degli italiani ha dovuto fare i conti con un crescente e pervasivo disagio psicologico.

«Nel 2021 gli italiani hanno usufruito di 1,7 miliardi di euro di prestazioni psicologiche, oltre il 25% in più rispetto al 2020 (1,2 miliardi di euro). Questi dati dimostrano l’enorme bisogno di psicologia degli italiani, che sono però costretti a rivolgersi al mercato privato per l’insufficiente offerta da parte del sistema pubblico. La domanda dei cittadini dimostra che la psicologia va considerata un servizio necessario, offerto dallo Stato. Dove questo avviene, come nel Regno Unito con il programma IAPT, è stato dimostrato che la psicologia funziona e ripaga il proprio costo perché fa risparmiare alla collettività i costi sociali dovuti al disagio psicologico», aggiunge Damiano Torricelli.

Il Bonus Psicologico: una misura insufficiente

In Italia le Istituzioni hanno risposto con il Bonus Psicologico: «Attivato nel 2022, ha raccolto circa 395 mila domande, ma è in grado di soddisfarne poco più di 40 mila. Un numero, dunque, ancora lontano da quello che sarebbe necessario coprire. Per questo ENPAP – aggiunge Felice Damiano Torricelli -, da ottobre 2022, ha lanciato il progetto Vivere Meglio, con l’obiettivo di mettere a disposizione dei cittadini circa 120 mila sedute gratuite, con psicologi e/o psicoterapeuti e materiali di auto aiuto che forniscono informazioni scientifiche aggiornate e consigli pratici, basati sull’esperienza degli psicologi, per affrontare, tra gli altri, i disagi quotidiani oggi più diffusi: l’ansia e la depressione, di certo, ma anche la rabbia, lo stress, la conflittualità, la difficoltà ad adottare stili di vita sani».

Il sito messo a disposizione dall’Ente di Previdenza per gli Psicologi è stato letteralmente preso d’assalto, registrando più di 20 mila accessi giornalieri nei primi giorni di attività. E tra gli utenti dei servizi psicologici di “Vivere Meglio” ben il 70% ha fra i 16 e i 34 anni, «ulteriore segnale – conclude il presidente di ENPAP – della necessità di occuparsi di questa fascia della popolazione, esposta più di altre alla precarietà e all’incertezza».

 

 

 



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