venerdì, Ottobre 4, 2024
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Infodemia, da New York un esempio di sanità pubblica


In questi anni ci siamo interrogati in tanti su come comunicare meglio e in modo più efficace durante la pandemia. Sul come misurare i risultati delle iniziative comunicative sulla salute. Sul come contrastare efficacemente disinformazione e infodemia. Sul come andare oltre rispetto al post sui social, al comunicato stampa e al video mandato alle tv. Su come raggiungere un vero coinvolgimento e una reale partecipazione dei cittadini.

Infodemia ed esempi virtuosi

Di esempi da studiare ce ne sono tanti. C’è chi in Nigeria ha scelto di usare la radio per fare informazione sulla campagna vaccinale, ottenendo grandi risultati visto che è il mezzo più utilizzato, e chi ha costruito imponenti sistemi di AI per individuare preventivamente i filoni di disinformazione e che si stavano sviluppando sui social network. Ad ogni contesto, e ad ogni sfida comunicativa, i suoi strumenti.

Infodemia e sanità pubblica

Ma una consapevolezza spero sia emersa in modo chiaro e resti ben presente nel tempo: comunicazione del rischio in emergenza, gestione dell’infodemia e contrasto alla disinformazione sono una funzione fondamentale della sanità pubblica.

Lo dico citando il titolo di questa bella storia che arriva da NYC (“Combating Misinformation as a Core Function of Public Health”) che ci fornisce tanti spunti utili e tanti esempi concreti di azioni che si possono mettere in campo:

  • la constatazione che in alcune comunità i tassi di vaccinazione erano ancora troppo bassi;
  • la creazione di una “Misinformation Response Unit” che doveva essere temporanea ed è poi diventata permanente;
  • la collaborazione con centinaia di community leaders per creare messaggi migliori e opuscoli in lingua;
  • la ricerca delle fonti di disinformazione che esce dai media digitali e indaga anche sul campo, sui giornali locali, anche quelli in lingue straniere diffusi nelle varie comunità;
  • la ricerca sul campo che trova manifesti firmati dalla “Nation of Islam” nelle case popolari del Bronx che affermano che i vaccini sono una forma di controllo della popolazione, dichiarazioni in lingua russa a Brooklyn secondo cui i vaccini trasformano le persone in scimmie e falsi bollettini della polizia che screditano l’uso delle mascherine;
  • l’utilizzo di tecniche come “il sandwich della verità”;
  • la risposta alla richiesta di alcune comunità di aumentare la produzione di infografiche e storie personali;
  • la collaborazione dei social network;
  • tante iniziative di formazione specifiche sulla disinformazione e sulle tecniche per arginarla;
  • il coinvolgimento costante dei professionisti sanitari di quei quartieri, dei rappresentanti religiosi, le interviste ai dipendenti del municipio;

 

Una scelta di equità sanitaria

La morale la lasciamo a loro: “Rispondere alla disinformazione è fondamentale. Una risposta solida è essenziale per l’equità sanitaria e per il benessere della comunità”.

 

INFODEMIC LAB ITALIA

 



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