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Innocente, ma disoccupato

Dopo dieci anni di processo per riciclaggio e ricettazione di telefoni rubati, l’attore Alberto Gimignani è stato pienamente assolto. La sentenza è stata emessa il 24 ottobre 2024, dopo sedici giorni di detenzione nel carcere di Regina Coeli e sei mesi di arresti domiciliari. Gimignani ha espresso soddisfazione per la sentenza, ma ha anche sottolineato come la “gogna mediatica” subita abbia gravemente danneggiato la sua carriera.

L’inizio del calvario per Gimignani risale al 2014, quando si è costituito presso la polizia a Roma, rientrando dagli Stati Uniti. Le accuse di associazione a delinquere finalizzata a furto, ricettazione e riciclaggio sono arrivate in seguito a un’operazione dei militari contro il traffico di cellulari rubati. L’attore ha raccontato che la telefonata del padre, che lo avvisava di essere cercato dalla polizia, gli è sembrata uno scherzo, non immaginando la gravità della situazione che lo aspettava.

Gimignani ha fatto notare come, a seguito della sua detenzione, la presunzione di innocenza non abbia avuto valore nella percezione pubblica. “Tutti, di fronte alla notizia di un arresto, dicono ‘eh beh, qualcosa aveva fatto’”, ha commentato, evidenziando la difficoltà di continuare la sua carriera in un ambiente professionale che, a causa delle accuse, gli ha chiuso le porte.

Prima dell’arresto, Gimignani aveva lavorato con grandi registi del cinema italiano e aveva recitato in produzioni televisive di successo. Dopo l’arresto, la sua carriera subì una brusca frenata, costringendolo a cercare opportunità all’estero. Ha affermato di aver lavorato in Francia, dove ha trovato aria nuova, alleviando un po’ il suo “congelamento artistico” che ha subito in Italia.

Nonostante l’assoluzione, Gimignani è consapevole che i dieci anni passati non possono essere recuperati. Con rinnovata determinazione, ha dichiarato di voler continuare a lavorare come attore e di sperare di poter ricostruire la sua carriera da questo nuovo punto di partenza. Gli avvocati dell’attore stanno ora lavorando per ottenere un risarcimento per il danno subito a causa della lunga attesa e della gogna mediatica.

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