mercoledì, Ottobre 2, 2024
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Insignificante, un’assenza da dimenticare

Ospite della trasmissione DiMartedì su La7, Massimo Giannini critica aspramente la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in merito alla sua gestione della politica estera durante la presidenza italiana del G7, che si concluderà alla fine del 2024. Giannini la definisce “irrilevante”, affermando che non ha intrapreso alcuna iniziativa significativa. Secondo l’ex direttore de La Stampa, il ruolo di Meloni sarebbe più rilevante in considerazione della sua posizione nel G7, che le avrebbe dovuto consentire di fare da mediatrice in ambito internazionale.

Nel suo intervento, Giannini tocca temi cruciali come le tensioni tra Iran e Israele e la guerra in Ucraina. Sottolinea che, sebbene l’Italia non abbia un grande potere diplomatico, ci si aspetterebbe almeno una proposta da parte di Meloni. Il conduttore Giovanni Floris mette in evidenza il fatto che Meloni si trova in una posizione ambigua tra le posizioni di Trump e Biden, nonché tra la Lega e gli anti-putiniani. A questo proposito, Giannini osserva che “ci gioviamo della nostra ininfluenza”, un paradosso che evidenzia la mancanza di iniziativa sul fronte internazionale.

Parlando della politica estera del governo Meloni, Giannini riconosce che negli ultimi due anni ha guadagnato credibilità a livello internazionale grazie alla sua posizione atlantista, anche se non sempre condivide i valori occidentali. Tuttavia, evidenzia che la situazione attuale, in particolare la guerra russo-ucraina, ha cambiato le dinamiche. Il giornalista menziona le contraddizioni nella votazione dell’ultima risoluzione del Parlamento europeo, dove Fratelli d’Italia e Lega si sono opposti all’invio di nuove armi in Ucraina, mentre Forza Italia ha votato a favore. Giannini sottolinea che simili divergenze in una democrazia consolidata sarebbero normalmente viste come uno scandalo, evidenziando l’instabilità della politica estera italiana.

In sintesi, Giannini critica pesantemente Meloni per la sua mancanza di proattività nel G7 e per le incongruenze nelle posizioni di partito, sottolineando la necessità di una visione coerente e di una leadership forte per affrontare le sfide internazionali attuali.

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