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FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, lancia l’allarme: «Se Servizio sanitario nazionale (SSN) si svuota dei suoi professionisti, muore. E sempre più cittadini resteranno senza cure: dai 4,5 milioni attuali, numero pari agli abitanti dell’Emilia-Romagna, si arriverà a dieci milioni come gli abitanti della Lombardia». 

Il presidente della FNOMCeO Filippo Anelli propone di investire10 miliardi di euro in Finanziaria sui professionisti della salute per salvare il Servizio sanitario nazionale. Ciò a poche ore dal vertice di maggioranza tra il presidente del Consiglio Meloni e i due vicepremier sulla prossima Legge di Bilancio. Anelli accoglie con favore l’impegno del ministro Schillaci a prevedere risorse dedicate alla valorizzazione del personale.

Il SSN ha retto grazie all’impegno del personale sanitario

«La posta in gioco è alta – afferma il presidente FNOMCeO – ed è la sopravvivenza del nostro Servizio sanitario nazionale. E a dirlo non siamo solo noi, ma i cittadini. Secondo l’ultimo Rapporto Censis-FNOMCeO, presentato il mese scorso, 8 italiani su 10 ne sono convinti. In questi anni, nonostante i tagli e attraversando la più grande emergenza sanitaria dalla sua fondazione, il Servizio sanitario ha retto. Ciò lo si deve all’impegno straordinario dei medici e degli altri professionisti. Che lo hanno puntellato con sforzo individuale, in condizioni difficili e senza un ritorno economico adeguato. Per l’87,2% dei cittadini è prioritario migliorare le condizioni di lavoro e le retribuzioni dei medici, perché li considerano la risorsa più importante della sanità».

Secondo Anelli, il 92,5% dei cittadini ritiene opportuno assumere subito medici e infermieri nel Servizio sanitario, anche per dare un taglio alle liste di attesa. Mentre l’84,5% è convinto che avere troppi medici con contratti temporanei indebolisce la sanità.

Sempre più medici abbandonano il SSN a favore del privato   

Da un recente sondaggio condotto dall’Istituto Piepoli è emerso che per il 90% dei cittadini la sanità deve essere una priorità del Governo nella Finanziaria. Per il 37%, merita addirittura il primo posto.

Secondo la fotografia del Censis, la spesa per il lavoro a tempo determinato è quasi raddoppiata in dieci anni (+93,4% dal 2012 al 2022). Ma, nello stesso lasso di tempo, le risorse destinate al personale permanente sono aumentate solo del 6,4%. Con il risultato che le retribuzioni dei medici sono in picchiata: sempre dal 2012 al 2022, in termini reali sono addirittura diminuite, del 6,1%. E sono sempre più lontane, in valore assoluto, da quelle dei colleghi europei. Ciò è aggravato dalle condizioni di lavoro, dagli episodi di violenza, dai carichi insostenibili, dalla burocrazia, dalle denunce ingiuste. E porta sempre più medici ad abbandonare il SSN a favore del privato e verso l’estero.

Più risorse e impegno per potenziare la sanità

Ora è il tempo di trovare le risorse per il nostro SSN e per i suoi professionisti.

«Dobbiamo rendere attrattivo il SSN – esorta Anelli – per arginare questa fuga che, al ritmo di dieci medici al giorno, risulta una dimissione in massa. Dobbiamo fermare questa emorragia o il risultato sarà la morte per consunzione del SSN, svuotato della sua linfa vitale, cioè i suoi professionisti. E i cittadini rimarranno senza cure. Già oggi, chi può si rivolge alle assicurazioni, al privato. Chi non ha mezzi, rinuncia a curarsi. Sono 4 milioni e mezzo, secondo gli ultimi dati Istat, i cittadini che rinunciano alle cure: l’equivalente degli abitanti dell’Emilia-Romagna. Se non agiamo subito, a breve diventeranno oltre il doppio, tanti quanti i dieci milioni che popolano la Lombardia. Siamo sicuri che non sia questa la volontà del Governo – conclude Anelli – che, sin dall’inizio, ha manifestato il suo impegno a investire in sanità».



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