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Il 98° Congresso dei dermatologi della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST) è in corso di svolgimento a Giardini di Naxos (Me). L’evento, che terminerà il 31 maggio prossimo, farà il punto sull’aumento dei casi di patologie infiammatorie della cute.Tra queste la dermatite atopica, le malattie a trasmissione sessuale, le dermatiti occupazionali e le dermopatie parassitarie.

Secondo le prime stime SIDeMaST, i nuovi casi di melanoma sono circa 15mila ogni anno, rispetto ai circa 7mila stimati (dati ISS). Da qui il messaggio lanciato dai dermatologi: “Bisogna sensibilizzare le persone a proteggere e curare la propria pelle”.

La pelle è il biglietto da visita di ognuno di noi

La pelle ci difende dagli attacchi esterni ed è anche la “spia” di molte patologie. Purtroppo, non la proteggiamo a sufficienza e le conseguenze spesso sono irreversibili.

Proteggere la pelle vuol dire salvaguardare l’integrità della barriera cutanea. Riducendo, così, la frequenza delle recidive di patologie infiammatorie croniche della cute molto frequenti, come la dermatite atopica e la dermatite da contatto.

Difendere la pelle dal sole e dai raggi UV significa limitare il fotoinvecchimento e prevenire i tumori cutanei (carcinoma basocellulare e squamocellulare, cheratosi attiniche). Ossia i tumori più frequenti dell’essere umano, più del cancro della mammella, del polmone e della prostata.

Melanoma, in Italia è il terzo tumore più frequente

I dati di incidenza del melanoma, che in Italia è il terzo tumore più frequente sia negli uomini che nelle donne al di sotto dei 50 anni, sono allarmanti. Rilevate in alcuni Centri dermatologici italiani SIDeMaST, le prime stime indicano un’incidenza doppia – 30 casi ogni 100mila abitanti – rispetto ai dati ufficiali. Questi ultimi riportano 15 casi ogni 100mila abitanti. Sarebbero, dunque, circa 15mila i nuovi casi ogni anno, rispetto ai circa 7mila stimati dall’ISS.

«Oggi abbiamo la possibilità di trattare meglio tante malattie dermatologiche che prima purtroppo si faticava a curare, il melanoma in primis». Lo afferma il presidente SIDeMaST Giuseppe Argenziano, Ordinario di Dermatologia dell’Università della Campania L. Vanvitelli di Napoli. «Ma la tutela della propria salute – prosegue Argenziano – inizia prima e la partita non si vince da soli: bisogna investire sulla propria cute senza mai abbassare la guardia».

L’esposizione solare eccessiva provoca tumori epiteliali

Oggi si è a conoscenza che il 95% dei tumori maligni epiteliali e il 70-95% dei melanomi sono provocati dalla esposizione solare eccessiva.

«Sono tumori che possiamo prevenire adottando un adeguato stile di vita. Questo significa -sottolinea Argenzianocomprendere l’importanza della prevenzione primaria, proteggendo se stessi e i propri figli dall’esposizione eccessiva e non controllata al sole. Il sole è un nostro alleato per molti aspetti, ma è anche un cancerogeno naturale. Inoltre, si deve prestare attenzione alle radiazioni UV in generale, non solo quindi quelle dei raggi solari, ma anche quelle artificiali».

Le misure protettive includono una serie di accorgimenti, tra cui preferire l’ombra, proteggersi con vestiti, occhiali e cappello. E, soprattutto, utilizzare creme protettive per gli UVA e UVB con fattore di protezione alto o estremo sulle zone scoperte.

Prevenzione e attenzione ai cambiamenti della pelle

Fondamentale è, inoltre, la prevenzione, che deve proseguire osservando con attenzione ogni cambiamento della pelle. Bisogna consultarsi periodicamente con il dermatologo quando si nota qualcosa di diverso o che cresce. 

«Nonostante gli importanti risultati delle nuove terapie introdotte per i tumori della pelle, la diagnosi precoce resta la nostra arma più importante». Così Maria Concetta Fargnoli, vice presidente SIDeMaST e Ordinario di Dermatologia presso l’Università degli Studi dell’Aquila.

«È lì che dobbiamo agire, insegnando alle persone ad osservarsi costantemente con attenzione. Il dermatologo ha oggi a sua disposizione numerose metodiche diagnostiche non invasive. Queste, in aggiunta alla visita clinica, sono di grande utilità nel migliorare l’accuratezza diagnostica, consentendo la diagnosi precoce ed evitando le asportazioni inutili», conclude l’esperta.



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