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lunedì, Ottobre 14, 2024
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Israele e gli attacchi a Unifil, cosa ha detto Meloni a Netanyahu

Giorgia Meloni ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per esprimere la sua contrarietà agli attacchi di Israele contro i caschi blu dell’Unifil in Libano. La presidente del Consiglio ha ribadito che tali attacchi sono “inaccettabili” e ha ricordato il mandato dell’Unifil da parte del Consiglio di Sicurezza per contribuire alla stabilità della regione. Meloni ha evidenziato l’importanza di garantire la sicurezza del personale Unifil e ha rinnovato l’impegno dell’Italia a favorire la stabilizzazione del confine israelo-libanese, auspicando il ritorno degli sfollati.

In risposta, Netanyahu ha assicurato che Israele farà tutto il possibile per proteggere l’Unifil e vincere la guerra, lamentando che alcuni leader europei stiano esercitando pressioni nella direzione sbagliata. Ha sottolineato che, dopo gli attacchi del 7 ottobre, Israele non consentirà a organizzazioni terroristiche di avvicinarsi ai propri confini, né a Gaza né in Libano. Netanyahu ha informato Meloni della sua richiesta al segretario generale delle Nazioni Unite per il ritiro delle forze dell’Unifil dalle aree controllate da Hezbollah, sostenendo che l’Unifil è diventata un ostaggio di Hezbollah, mettendo a rischio sia i suoi soldati che quelli delle IDF.

La situazione ha suscitato reazioni anche in Italia. Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ha criticato la richiesta di Netanyahu, definendola intollerabile e inaccettabile, evidenziando che dimostra come Israele non riconosca il diritto internazionale. Bonelli ha chiesto al governo Meloni di ritirare l’ambasciatore italiano in Israele e di proporre sanzioni europee contro il governo israeliano, accusato di violazioni del diritto umanitario e di crimini di guerra.

Nel complesso, la chiamata tra Meloni e Netanyahu mette in luce le tensioni fruttuanti in Medio Oriente, la questione della sicurezza dell’Unifil e le crescenti richieste politiche in Europa rispetto alle azioni israeliane.

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