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Italia: esce 'La voglia di restare', indagine sui giovani che non desiderano (più) andar via



restanza

Chi non ha sentito parlare di “Le otto montagne”, romanzo di Paolo Cognetti, vincitore dello Strega 2017, da cui è stato tratto il film attualmente proiettato nelle sale cinematografiche italiane? Esprime molto bene quell’attaccamento che prende nei confronti di un luogo difficile, a volte impervio, come la montagna. E’ la medesima suggestione che torna in mente quando si sente parlare di “restanza”, un neologismo di conio recentissimo utilizzato in nuovo saggio, “La voglia di restare”, ora in uscita per Donzelli.

Curata da Andrea Membretti, Stefania Leone, Sabrina Lucatelli, Daniela Storti e Giulia Urso, per la collana Saggine, la ricerca ha un sottotitolo significativo: “Indagine sui giovani nell’Italia dei paesi”. Esamina su quali competenze locali fare leva e quali politiche immaginare al fine di dare spazio reale al ‘desiderio di restanza’, che si va sviluppando tra i giovani delle aree interne”.

Da decenni le aree interne italiane sono coinvolte in intensi processi di spopolamento, di rarefazione dei servizi pubblici essenziali, di impoverimento produttivo. Si tratta di tendenze ormai croniche e alquanto diffuse, che il lavoro di analisi e di proposta dell’Associazione Riabitare l’Italia ha contribuito a riportare al centro del dibattito pubblico. “Nonostante il declino demografico, economico e di attenzione -spiegano i curatori del volume- le aree interne continuano ad essere luoghi vivi, dove quotidianamente si riproducono beni pubblici fondamentali per l’intero Paese e dove milioni di cittadini hanno scelto di vivere e di investire le loro capacità”.

L’abbandono umano non è tuttavia l’unica cifra di queste zone: molti decidono consapevolmente di restare; altri, seppure in misura limitata, di ritornare; e altri ancora di provare a sperimentare in questi luoghi “lontani” nuovi stili di vita, più “lenti” e connessi con la natura. “La voglia di radicamento è un aspetto inedito e ancora poco esplorato, che merita di essere messo in luce perché rivela una realtà fatta di giovani che non solo non hanno lasciato i loro paesi, ma che hanno scelto di restare -o di tornare- in modo attivo”.

Le storie raccontate nell’indagine, raccolte attraverso un’ampia ricerca quantitativa e qualitativa, condotta su un campione di oltre tremila giovani residenti nelle aree interne dell’intera Penisola, fanno emergere questo desiderio di ‘restanza’, evidenziando tanto le opportunità quanto le difficoltà che la scelta di non partire comporta.

La ricerca, coordinata da Andrea Membretti e Sabrina Lucatelli, restituisce una lettura articolata del fenomeno, facendo affiorare sia i fattori che minacciano le possibilità effettive dei giovani di vivere e lavorare nei propri territori di origine, sia le opportunità legate a una vera e propria ‘capacità di restare’, che richiede di essere coltivata e accompagnata da politiche in grado di rispondere alle esigenze e alle aspirazioni di chi resta.

Ma chi sono e di cosa si occupano i curatori di questo volume? Andrea Membretti è professore di Sociologia del territorio all’Università di Pavia; Stefania Leone, professoressa associata di Sociologia generale all’Università di Salerno; Sabrina Lucatelli, direttrice dell’Associazione Riabitare l’Italia, nonché componente del Nucleo di valutazione del Dipartimento per la coesione della presidenza del Consiglio dei ministri ed è stata coordinatrice della Strategia nazionale per le aree interne. Daniela Storti è ricercatrice senior presso il Crea; Giulia Urso ricercatrice in Geografia economico-politica per il Gran Sasso Science Institute. Provenienti dunque dal nord e sud del Paese, dunque, senza eccezioni.

L’Associazione Riabitare l’Italia, invece, è promossa da un gruppo di studiosi, esperti, operatori e policy makers, con diverse sensibilità culturali e disciplinari, ha l’obiettivo di stimolare riflessioni e conoscenze condivise per costruire “una nuova rappresentazione d’insieme del nostro Paese”, in grado di “raccontarne le contraddizioni e le disuguaglianze, i punti di forza e le potenzialità, alla ricerca di un migliore equilibrio tra le persone, le risorse e i luoghi, con particolare riguardo alle aree interne, finora marginalizzate e periferiche”. L’Associazione, di cui fanno parte soci individuali e collettivi, è stata fondata nel 2020 e promuove una rete di ricerche, seminari, incontri e dibattiti; infine cura – con l’editore Donzelli – la realizzazione di una serie di libri ispirata al suo nome. (Rossella Guadagnini)

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