La nuova riforma dell’accesso ai corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria rappresenta un cambiamento significativo nel sistema universitario italiano. Recentemente, la settima commissione del Senato ha approvato un disegno di legge che elimina il numero chiuso per il primo semestre, permettendo a tutti gli aspiranti medici di iscriversi senza dover affrontare test d’ingresso. Questa misura, voluta dalla ministra Anna Maria Bernini, mira a soddisfare il crescente fabbisogno di medici nel Paese e a garantire un accesso più equo, basato sulle competenze reali degli studenti.
Il numero chiuso è stato introdotto negli anni ’80 per gestire il sovraffollamento nei corsi più ambiti, come Medicina, cercando di mantenere alti gli standard di formazione e di evitare un eccesso di laureati rispetto alle opportunità lavorative. Tuttavia, col tempo, ha suscitato critiche per la sua rigidità e per l’influenza eccessiva dei test d’ingresso sulle carriere degli studenti, che non riflettevano sempre le loro potenzialità.
La riforma prevede che, pur eliminando il numero chiuso nel primo semestre, il processo di selezione non venga abolito totalmente: gli esami del primo semestre saranno decisivi per stabilire chi potrà proseguire gli studi. In questo modo, la selezione si basa sul merito accademico reale, acquisito nei primi mesi. È anche previsto l’introduzione di percorsi di orientamento nelle ultime fasi della scuola secondaria per preparare meglio gli studenti e ridurre il tasso di abbandono.
Le implicazioni di questa riforma sono significative, in particolare per il sistema sanitario italiano, che ha bisogno di professionisti sempre più qualificati. Tuttavia, rimangono interrogativi su come le università gestiranno l’aumento delle iscrizioni e sulla qualità della formazione che potranno offrire. La sfida principale sarà mantenere standard educativi elevati, anche con più studenti. Inoltre, la selezione basata sui risultati del primo semestre potrebbe incentivare gli studenti a impegnarsi di più, ma c’è anche il rischio di un’elevata esclusione dopo questo periodo, sollevando dubbi sull’efficacia della riforma. Questo progetto mira a rispondere alle critiche storiche verso il numero chiuso e ad adattare il sistema alle attuali esigenze del Paese.