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La serie su Sarah Scazzi: polemica tra il Comune di Avetrana e il sindaco Iazzi contro Disney

È tornata a sollevare polemiche la serie tv intitolata “Avetrana – Qui non è Hollywood”, ispirata all’omicidio di Sarah Scazzi. Il sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, ha dichiarato che l’amministrazione locale prenderà provvedimenti legali contro il progetto, ritenuto diffamatorio nei confronti della comunità. Iazzi ha affermato che il titolo stesso e il contenuto della serie potrebbero danneggiare l’immagine del comune, facendo apparire la cittadina come “ignorante, retrograda e omertosa”.

Il primo cittadino ha già espresso la sua contrarietà al titolo attraverso un post su Facebook, dichiarando che il Comune non ha concordato alcun accordo di partecipazione legato al titolo o agli introiti dalla serie. Ha anche sottolineato la necessità di esaminare il contenuto in anteprima per valutare potenziali danni alla reputazione della comunità.

I rappresentanti legali del Comune, Fabio Saponaro, Stefano Bardaro e Luca Bardaro, hanno formalizzato l’atto legale, chiedendo non solo la modifica del titolo ma anche la sospensione immediata della serie. Il timore è che la programmazione possa perpetuare stereotipi sfavorevoli nei confronti della cittadina, situata in provincia di Taranto, legata a una serie di eventi drammatici e alla notorietà mediatica dell’omicidio.

“Avetrana – Qui non è Hollywood” andrà in onda su Disney+ il 25 ottobre e sarà composta da quattro episodi, ognuno dedicato a un protagonista della vicenda: Sarah, Sabrina, Michele e Cosima. Il titolo trae ispirazione da una scritta che è diventata emblematicamente associata al caso, affissa sui muri di Avetrana dopo la scoperta del cadavere della giovane Sarah. Questa frase è stata vista come una reazione alla massiccia attenzione mediatica che ha circondato il caso, trasformando il piccolo comune in un punto di interesse per le troupe televisive e i giornalisti.

L’amministrazione comunale chiede quindi che il progetto venga modificato per rispettare l’immagine della comunità e non cadere nella banalizzazione di un delitto che ha scosso profondamente la popolazione locale.

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