venerdì, Ottobre 4, 2024
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La violenza maschile danneggia il cervello delle donne

Episodi ripetuti di violenza possono causare alterazioni comportamentali e neuronali nel corpo femminile. Questo è stato dimostrato da un team di ricerca internazionale coordinato dall’Università di Padova. Le violenze psicologiche e fisiche esercitate da uomini su donne provocano cambiamenti funzionali in alcune aree del cervello, in particolare nell’ippocampo, che è cruciale per processi cognitivi come la memoria e la regolazione delle emozioni.

Lo studio preclinico, condotto in collaborazione con la Johns Hopkins University e altre istituzioni, è stato parte del progetto europeo PINK e pubblicato sulla rivista “iSCIENCE”. I risultati indicano che attacchi violenti ripetuti portano a una significativa riduzione nella formazione di nuove cellule neuronali nell’ippocampo, accompagnata da un incremento della morte neuronale. Le soggetti esposte a violenza sviluppano comportamenti ansioso-depressivi, correlati a una diminuzione dei recettori beta degli estrogeni.

Jacopo Agrimi, primo autore dello studio, ha evidenziato il legame tra la riduzione di questi recettori e anomalie comportamentali. In collaborazione con neuroscienziati del CNR, il team ha studiato la proteina BDNF, fondamentale per la salute neuronale e il controllo dell’umore. I risultati hanno mostrato che la simulazione di violenza domestica nei modelli animali porta a una riduzione dei livelli di BDNF nell’ippocampo. Questo fenomeno potrebbe spiegare la predisposizione delle donne vittime di violenza domestica a sviluppare gravi patologie psichiatriche e neurologiche nel tempo.

Le evidenze ottenute su modelli animali devono ancora essere convalidate sugli esseri umani, per comprendere meglio le conseguenze a lungo termine della violenza domestica. Rimane da chiarire come la violenza reiterata nelle donne possa anche aumentare il rischio di patologie come tumori e malattie cardiovascolari.

L’Università di Padova sta intensamente collaborando con strutture specializzate nel trattamento delle donne vittime di violenza. La ricerca suggerisce nuove prospettive terapeutiche, in particolare ispirandosi a studi statunitensi che utilizzano sostanze stimolanti dei recettori beta degli estrogeni per il trattamento di disturbi dell’umore durante la menopausa.

In conclusione, lo studio offre nuove informazioni sulle ripercussioni strutturali e funzionali della violenza sulle donne, evidenziando l’urgenza di ulteriori ricerche e interventi terapeutici.

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