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venerdì, Ottobre 11, 2024
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Legato al letto: un viaggio nel passato

Stefano Tacconi, ex portiere della Juventus, racconta il suo difficile percorso di riabilitazione dopo un’ischemia cerebrale che lo ha colpito nell’aprile 2022. Nel suo libro “L’arte di parare”, pubblicato il 8 ottobre da Rizzoli, descrive la malattia come una “partita ai rigori”, sottolineando l’importanza del supporto della sua famiglia durante questo complesso viaggio verso la normalità.

Durante un’intervista con Tuttosport, Tacconi ha condiviso le sfide che ha affrontato, come la perdita di memoria a breve termine: “Ricordavo cose di 30 anni fa ma non quello che avevo fatto poche ore prima”. Ha evidenziato le difficoltà linguistiche e motorie causate dall’ischemia, che lo hanno portato a sentirsi spesso frustrato e inquieto. In un momento di disperazione, anche se ironico, ha raccontato di essere riuscito a scappare dal suo letto d’ospedale usando la carrozzina per arrivare al quarto piano, sorprendendo il personale medico.

Le sue esperienze di riabilitazione sono state affiancate dalla pazienza della moglie, Laura Speranza, e del figlio Andrea, che hanno giocato un ruolo cruciale nel suo recupero. Nonostante le sfide, Stefano esprime gratitudine per il supporto dei medici che lo hanno assistito in diversi ospedali e cliniche, come l’ospedale di Alessandria e la clinica Don Gnocchi di Milano, elogiando il loro lavoro efficace.

Oggi, dopo un lungo processo di recupero, Tacconi si sente meglio, con progressi significativi e una determinazione rinnovata. Ha dichiarato di essere al “70-75% del percorso” di riabilitazione, mostrando soddisfazione per i risultati ottenuti e riconoscendo di aver trovato una nuova disciplina nella vita, rispettando le regole alimentari e smettendo di fumare dopo aver affrontato da vicino la morte.

Il ritorno di Tacconi allo stadio, nel settembre 2024 durante la partita Juve-Napoli, è stato un momento simbolico della sua resurrezione personale. Nonostante le paure, la sua determinazione di riprendere in mano la sua vita è palpabile. Conclude raccontando di essersi sentito vincitore nella sua battaglia contro la malattia, riflettendo su come il percorso di recupero sia stato come una partita ricca di emozioni e sfide.

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