virus nipah india

Il virus Nipah sta creando preoccupazione in India, dove si è registrato un secondo decesso nel distretto di Malappuram, nel Kerala. Una vittima, un ragazzo di 24 anni, è morta dopo che un altro giovane, di 14 anni, era deceduto lo scorso luglio nella stessa zona. Le autorità sanitarie hanno isolato 151 persone che avevano avuto contatti col giovane deceduto. Questo nuovo caso ha sollevato l’allerta, poiché il 24enne aveva visitato diverse strutture sanitarie, aumentando il rischio di contagio.

La situazione è ulteriormente complicata da almeno 5 persone che mostrano sintomi simili a quelli del virus. Per contenere la diffusione del virus, è stato imposto l’obbligo di indossare mascherine in luoghi pubblici e nelle scuole. Il Nipah, trasmissibile dai pipistrelli della frutta, era già noto in India, dove nel 2018 si era verificato un focolaio che aveva provocato 17 vittime. In altre nazioni dell’Asia sud-orientale, come Malesia e Singapore, si erano segnalati episodi simili.

Il virus è zoonotico e può essere trasmesso attraverso il contatto diretto da persona a persona, alimenti contaminati o feci battezzate da pipistrelli. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato un tasso di mortalità che varia tra il 40% e il 75%, avvertendo che i sintomi iniziali possono essere generici, comprendendo febbre, mal di testa, vomito, tosse e mal di gola. Nei casi più gravi, il virus può causare encefalite acuta, che potrebbe portare al coma o alla morte. Circa il 20% dei sopravvissuti può sperimentare danni neurologici permanenti.

Attualmente, non esistono trattamenti approvati specifici per il virus Nipah; le cure si concentrano sul controllo dei sintomi. Tuttavia, sono in fase di studio trattamenti di immunoterapia e un antivirale a base di remdesivir. La situazione è sotto monitoraggio costante mentre le autorità sanitarie cercano di contenere il virus e proteggere la popolazione locale.

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