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In Parlamento è tornato il dibattito sul servizio militare obbligatorio, con due proposte di legge presentate alla Camera e al Senato per il ripristino dell’obbligo di leva, sospeso dal 2005 con la legge Martino durante il governo Berlusconi. Dopo venti anni senza servizio di leva obbligatorio, il tema ha suscitato opinioni contrastanti.

La proposta più recente è stata presentata dal deputato Eugenio Zoffili della Lega il 15 maggio 2024 e prevede sei mesi di servizio militare o civile per giovani tra i 18 e i 26 anni. Zoffili ha specificato che il servizio dovrebbe svolgersi esclusivamente in Italia e preferibilmente nella propria regione di residenza. Matteo Salvini, leader della Lega, ha descritto questa iniziativa come una forma di educazione civica. Tuttavia, il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha espresso contrarietà, affermando che le forze armate non dovrebbero essere un ambiente educativo, ruolo che compete a famiglia e scuola. Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha sottolineato la sua opposizione al servizio obbligatorio.

Nel frattempo, il Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia ha portato avanti un disegno di legge per l’istituzione di un servizio civile o militare obbligatorio, in parallelo alla proposta di Zoffili. Un’altra proposta, firmata dal deputato Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia, punta a un servizio militare nazionale di volontari per la mobilitazione, rispettando la volontarietà per i cittadini desiderosi di contribuire alla difesa del Paese.

In aggiunta, Nino Minardo della Lega ha presentato un’iniziativa per creare una riserva militare, ispirata al modello israeliano, da mobilitare in caso di emergenze. Questa proposta ha suscitato polemiche per la catena di comando che implicava un intervento diretto del governo in caso di crisi.

Roberto Menia di Fratelli d’Italia ha annunciato la sua intenzione di presentare una legge per il ripristino del servizio militare obbligatorio, sottolineando l’importanza educativa del servizio per le giovani generazioni. Menia ha osservato che la Costituzione italiana considera la difesa della Patria un dovere civico e ha difeso l’idea di un servizio che promuova valori collettivi nella società.

Le proposte continuano a generare un acceso dibattito, con posizioni divergenti anche all’interno degli stessi corpi militari riguardo l’utilità e la modalità di implementazione di un rinnovato servizio militare.

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