mercoledì, Ottobre 2, 2024
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«Limite spesa imposto a strutture accreditate impedirà rinnovo contratto»


«Rimuovere il limite di spesa del 2011, a beneficio di una migliore e più qualificata definizione dei budget assegnati alle strutture private accreditate: solo in questo modo si potrà rivendicare, dopo 17 anni, la sottoscrizione di un nuovo contratto di lavoro per i medici».

Commenta così il Segretario Nazionale della CIMOP (Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata) la dottoressa Carmela De Rango, il disegno di legge relativo al bilancio dello stato per il 2023 alla voce sanità privata.

«Gli emendamenti in questione puntano a superare il tetto di spesa previsto dal decreto Spending review del 2012 per l’acquisto di prestazioni sanitarie da erogatori privati. Al di là delle possibili criticità giuridiche – spiega la dottoressa De Rango – anche in termini di compatibilità costituzionale, il vincolo comprime la funzione programmatoria delle Regioni e limita il potenziale di apporto e di evoluzione al SSN della componente privata dell’offerta, anche in termini qualitativi».

«Allo stato delle cose la norma prevede un taglio lineare progressivo ai budget assegnati agli erogatori privati per adeguarli ai valori 2011, ma in questo modo si zavorra l’intero comparto della sanità privata, già gravato da due anni di pandemia e senza dimenticare la contingenza legata a inflazione e caro energia. Per cui – aggiunge la dottoressa De Rango – auspichiamo o l’abrogazione secca del comma citato o una sua riformulazione, eventualmente con rinvio a provvedimenti attuativi, coerente con i nuovi scenari macroeconomici, con l’evoluzione della medicina e con i crescenti bisogni sanitari della popolazione decisamente superiori rispetto a 10 anni fa. Questa, tra l’altro, la strada maestra per ricordare ai legislatori che i medici della sanità privata sono ancora in attesa del rinnovo contrattuale, fermo al 2005 per la parte normativa e al 2009 per la parte economica ormai diventata assolutamente anacronistica» conclude.

 



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