In Mozambico la disinformazione alimentata dai social sta provocando episodi di violenza legati all’epidemia di colera in corso nel Paese dell’Africa meridionale da settembre, favorendo la diffusione del batterio. Lo denuncia l’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms) come riporta un’inchiesta pubblicata dalla Bbc.
Un filmato documenta un caso avvenuto a Gurue, un villaggio della provincia di Zambezia nel Mozambico centrale, in cui un uomo accusato di essere causa del diffondersi del colera viene picchiato a morte. La didascalia del video sintetizza che l’uomo aveva portato “polvere” di colera in una casa. Un altro video mostra uno scontro tra polizia e manifestanti che assaltano le case di funzionari sanitari nel paese di Nacala Porto, nella provincia settentrionale di Nampula, anche loro accusati di diffondere il batterio del colera.
Il rappresentante in Mozambico dell’Oms, Severin von Xylander, ha denunciato che diversi post sui social raccontano falsamente che operatori sanitari, invece di aggiungere cloro a sistemi di distribuzione dell’acqua, la inquinerebbero con il batterio del colera: “Vengono presi di mira i funzionari che sul terreno cercano di incoraggiare l’uso di purificatori di acqua. Questi vengono falsamente accusati di essere parte di un gruppo che sta intenzionalmente diffondendo la malattia trasmessa dall’acqua.”
Von Xylander ha avvertito che la disinformazione “mina la fiducia negli operatori sanitari, che faticano a mantenere in funzione il sistema sanitario, di conseguenza alimentando l’espandersi dei focolai di infezione”. Il colera ha ripreso a diffondersi in diversi paesi dell’Africa: in Mozambico e in Malawi l’epidemia e’ in corso da diversi mesi, nel nord del Sudafrica sono stati confermati recentemente almeno 100 casi positivi e oltre 20 morti. La causa principale sono i servizi igienici carenti e la cattiva manutenzione dei sistemi di purificazione dell’acqua.
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