mercoledì, Ottobre 2, 2024
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L’uomo invisibile esiste davvero? Ora la pelle può diventare trasparente.

In un futuro prossimo, la fantascienza potrebbe avvicinarsi alla realtà grazie a una scoperta rivoluzionaria effettuata da un team di scienziati della Stanford University. Questi ricercatori stanno sviluppando una tecnica in grado di rendere la pelle ‘trasparente’, permettendo di osservare gli organi interni e facilitando diagnosi mediche avanzate. Questo metodo, descritto in uno studio pubblicato su ‘Science’, utilizza un colorante alimentare applicato sulla pelle in modo reversibile, che consente alla luce di attraversare i tessuti sovrastanti.

La tecnica ha dimostrato grande potenziale in vari ambiti medici, dalle diagnosi di lesioni e tumori al monitoraggio di disturbi digestivi. Il professore Guosong Hong, uno dei leader del progetto, ha evidenziato che la tecnologia potrebbe rendere più visibili le vene per i prelievi di sangue o migliorare la rimozione dei tatuaggi. Inoltre, potrebbe permettere trattamenti laser mirati su cellule cancerose situate più in profondità nella pelle.

Il team è riuscito a risolvere il problema della dispersione della luce nei tessuti biologici, identificando un metodo per allineare gli indici di rifrazione tra il colorante e i tessuti, raggiungendo così la trasparenza. La tartrazina, un colorante alimentare, si è dimostrata particolarmente efficace in questo processo: quando viene assorbita nei tessuti, le sue molecole consentono alla luce di attraversarli senza ostacoli.

In fase di sperimentazione, i ricercatori hanno applicato la soluzione di tartrazina su campioni di pollo e su topi. I risultati sono stati promettenti: la pelle dei topi è diventata trasparente, rivelando i vasi sanguigni e altre funzioni interne. Il processo è reversibile, poiché il colorante può essere rimosso semplicemente risciacquandolo, riportando rapidamente i tessuti alla loro normale opacità.

Sebbene il metodo non sia ancora stato testato sugli esseri umani e vi siano avvertenze riguardo all’uso improprio di coloranti potenzialmente nocivi, i ricercatori sperano che questo approccio possa aprire nuovi orizzonti per studi che combinano coloranti e tessuti biologici. La tecnica rappresenta una potenziale innovazione nel campo della medicina, con implicazioni significative per la diagnosi e il trattamento di varie malattie.

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