floris boccia

Maria Rosaria Boccia è al centro di una nuova polemica, questa volta con il quotidiano Il Tempo e in particolare con il giornalista Edoardo Sirignano. Nelle ultime ore, Boccia ha condiviso sui social una chat di WhatsApp con Sirignano, sollevando interrogativi su un possibile attacco rivolto a Giovanni Floris, conduttore della trasmissione DiMartedì in onda su La7. Floris, in risposta a una domanda del Corriere della Sera riguardo a un’eventuale ospitata di Boccia, ha affermato che potrebbero esserci ulteriori sviluppi riguardo alla vicenda, ma ha sottolineato che l’inchiesta non può basarsi solo sulle dichiarazioni di Boccia.

Nel suo post, Boccia ha inizialmente omesso di rivelare l’identità del suo interlocutore nella chat, introducendo Floris come “il GRANDE giornalista”. Tuttavia, sotto pressione dagli utenti, ha successivamente chiarito che la conversazione era con Sirignano, il quale aveva pubblicato un articolo su di lei. Boccia ha difeso la propria posizione affermando di aver bloccato il giornalista e di non aver mai chiesto la modifica delle domande da porle. Ha anche criticato il modo in cui sono state trattate le sue dichiarazioni, chiedendo più correttezza nella comunicazione da parte della stampa.

Nella chat, Sirignano ha invitato Boccia a concedere un’intervista piuttosto che inviare dichiarazioni scritte, sottolineando che i gossip hanno più risonanza mediatica. Boccia ha risposto che spesso ha fornito sia verità che smentite, ma che non ha visto la stessa copertura mediatica per queste informazioni. La conversazione si è conclusa con il blocco da parte di Boccia del contatto di Sirignano.

A seguito di questo scambio, DiMartedì ha rilasciato una nota precisando che Giovanni Floris non ha mai avuto contatti con Boccia e non le ha mai chiesto un’intervista. Il comunicato puntualizza che la chat non riguarda Floris e che si ipotizza un possibile errore o una burla da parte di Boccia. In sostanza, emerge una lotta tra la personalità pubblica di Boccia e il mondo del giornalismo, sollevando interrogativi sulla correttezza e sull’etica dell’informazione.

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