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martedì, Ottobre 15, 2024
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Michael Liguori del Padova in campo tra le polemiche: l’assessora Pd commenta ‘Una vergogna’

Condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi per violenza sessuale aggravata nei confronti di una ragazza di 14 anni, il calciatore Michael Liguori continua a giocare con il Padova nella serie C, suscitando proteste e polemiche, in particolare da parte dell’assessora comunale di Padova, Cristina Piva.

Il 10 ottobre, il tribunale di Teramo ha emesso la condanna, ma nonostante ciò, Liguori ha preso parte alla partita contro il Giana Erminio il 12 ottobre, entrando in campo al 59esimo minuto del secondo tempo. La decisione della società di farlo giocare è stata fortemente criticata, con Piva che ha descritto l’episodio come una “vergogna” che danneggia l’immagine della città e della società. Ha sottolineato come lo sport, insieme alla famiglia e alla scuola, debba essere un’agenzia educativa, e ha messo in discussione il messaggio che viene trasmesso ai giovani calciatori.

Piva ha anche criticato l’eventuale disparità di trattamento che ci sarebbe stata se il protagonista fosse stato un qualunque ragazzo invece di un calciatore. Ha affermato di essere garantista, ma ha evidenziato che Liguori è stato condannato per aver violentato una ragazzina. Anche la consigliera regionale Elena Ostanel ha espresso preoccupazione, sottolineando che non basta una campagna di sensibilizzazione se non si agiscono cambiamenti concreti all’interno del mondo sportivo.

I fatti risalgono al 2018, quando Liguori, allora diciannovenne, e un amico, avrebbero invitato due ragazze, di 14 e 15 anni, a uscire e successivamente tentato di appartarsi con loro per avere rapporti sessuali. Dopo che le ragazze hanno denunciato l’accaduto, i due ragazzi hanno sempre sostenuto che il rapporto fosse consensuale. Nonostante la richiesta di assoluzione da parte del loro avvocato, la corte ha condannato entrambi, e il legale ha annunciato l’intenzione di fare appello contro la sentenza.

La situazione continua a generare discussioni sulla responsabilità delle istituzioni e dei club sportivi riguardo a temi come la violenza di genere e l’etica nello sport.

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