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Non un Rapimento, ma Violenza Familiare: L’Alibi dello Zio Crolla

C’è una nuova teoria riguardante il caso di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa a Roma il 22 giugno 1983. Pino Nicotri, giornalista e scrittore esperto dell’argomento, suggerisce che la scomparsa non sia stata il risultato di un rapimento, ma di un episodio di violenza familiare. Sua ipotesi si basa su elementi emersi durante le audizioni di una commissione parlamentare istituita per indagare sul caso di Emanuela e su quello di un’altra adolescente, Mirella Gregori, anch’essa scomparsa nel 1983.

Nicotri sostiene che Emanuela fu vittima di una violenza perpetrata da un membro del suo circolo familiare o amicale, potenzialmente un amico di famiglia, cugino o zio. In particolare, Nicotri focalizza l’attenzione sullo zio di Emanuela, Mario Meneguzzi, la cui posizione al momento della scomparsa sembrerebbe avere un alibi debole. Il giornalista esprime scetticismo riguardo al fatto che Meneguzzi fosse effettivamente a Torano, a una novantina di chilometri da Roma, e si domanda perché non siano state fatte domande più incisive ai parenti riguardo alla sua posizione.

Dopo interrogatori condotti due anni dopo la scomparsa, l’alibi di Meneguzzi non risultò convincente, suggerendo una possibile negligenza nelle indagini da parte delle autorità. Nicotri accenna anche a conversazioni che suggeriscono una mancanza di sorprese riguardo all’assenza di approfondimenti su Meneguzzi. Le affermazioni di Nicotri sul possibile coinvolgimento della famiglia nella scomparsa di Emanuela sono pertanto concentrate su questo zio.

Un altro tema evidenziato dal giornalista riguarda l’intensa attenzione mediatica che ha circondato il caso, la quale avrebbe offuscato le indagini. Nicotri critica una sorta di “mitomania” che si è sviluppata attorno al caso, sottolineando che non è mai stata presentata prova del rapimento come inizialmente ipotizzato.

Infine, mostra scetticismo anche sulla pista che coinvolge Londra, citando prove di falsificazione riguardo la firma dell’ex arcivescovo di Canterbury in una lettera del 1993. La nuova teoria di Nicotri riporta l’attenzione su una possibile violenza interna alla famiglia piuttosto che a un complotto più ampio.

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