martedì, Ottobre 1, 2024
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OpenAI colpita da due falle di sicurezza in una settimana



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È un brutto periodo per OpenAI: dopo il posticipo della modalità vocale di ChatGPT a causa delle critiche mosse dalle attrici di Hollywood, ora è la sicurezza dei server e dei software della compagnia a far sollevare qualche sopracciglio. Solo nell’ultima settimana, infatti, OpenAI ha riscontrato due importanti problemi di sicurezza nella sua infrastruttura.

Il primo di questi problemi riguarda l’app di ChatGPT per Mac: lo sviluppatore Pedro José Pereira Vieito ha infatti analizzato il codice del software e ha riportato su X che esso raccoglie tutte le conversazioni con l’utente in un semplice file di testo, che per giunta viene memorizzato in una posizione non protetta del disco del Mac. Ciò significa che chiunque riesca a mettere le mani sul vostro desktop o laptop potrebbe sbirciare senza problemi tutte le vostre chat con l’IA, senza neppure chiedere il vostro permesso.

Fortunatamente, dopo la segnalazione di Vieito, OpenAI ha rilasciato un fix al problema, introducendo la crittografia per tutte le chat memorizzate in locale sul Mac e prodotte dall’app di ChatGPT per iOS. Al momento, comunque, il software non è disponibile sull’App Store di Cupertino, ma può essere scaricato solo dal sito web di OpenAI, dal momento che esso non seguirebbe le linee guida della Mela Morsicata in termini di sicurezza dei dati degli utenti.

La seconda problematica di sicurezza di questa settimana risale in realtà al 2023, ma è stata riportata dal New York Times solo il 4 luglio, dopo che OpenAI avrebbe cercato di tenerla nascosta per più di un anno. Nella primavera del 2023, infatti, un hacker sarebbe riuscito ad accedere in modo illecito ai sistemi di messaggistica di OpenAI, in particolare a quelli utilizzati per le comunicazioni interne tra i dipendenti.

Secondo il NYT, i dirigenti sarebbero stati messi al corrente del problema da Leopold Aschenbrenner, un Technical Program Manager di OpenAI, che però sarebbe stato licenziato per aver sollevato dubbi sulla sicurezza interna all’azienda. Di fronte alle critiche del popolare giornale americano – che, lo ricordiamo, sta portando avanti una causa legale contro OpenAI – la compagnia di Sam Altman ha risposto che «non siamo d’accordo con molte delle dichiarazioni effettuate da Aschenbrenner dopo il suo licenziamento, specie con quelle sul nostro modo di lavorare».



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