Chi segue la mia rubrica estiva sulla classifica dei tormentoni italiani si è sicuramente accorto che Festa Totale di Paola e Chiara non è mai entrato nella top100 dei singoli più venduti neanche una volta. Eppure il singolo vanta già un video musicale e una rotazione televisiva e radiofonica grazie allo sponsor della Pepsi.
Il jingle è accattivante, il ritornello martellante e il sound è radiofonico, ma nonostante questo Festa Totale non sembrerebbe ingranare, almeno in classifica. “È indubbio che la musica femminile in Italia faccia meno numeri di quella maschile“, ha spiegato Paola fra le pagine del Messaggero, “ma rispetto agli anni Novanta-Duemila siamo cresciute tanto, anche commercialmente. Oggi vedo ragazze che non hanno più paura come un tempo di esporre temi forti o di osare ed essere più spregiudicate nell’immagine. Quando facevamo il nostro pop molti e molte ci guardavano come fossimo state aliene. Ma noi ce ne siamo sempre fregate. Abbiamo scritto e creato il nostro sound da sole: è stata una fatica farsi prendere sul serio. Ma il pop si è aperto al femminile anche da noi“. A ruota è seguito anche il parere di Chiara. “Io vedo artiste che in questo momento riescono ad emozionare di più, che sono in grado di recuperare quel gap storico che ci portiamo dietro“.
Paola e Chiara, come hanno vissuto il decennio di scioglimento
Paola e Chiara sono tornate artisticamente insieme nel 2023 a dieci anni esatti dal loro scioglimento.
“All’inizio era una relazione simbiotica, eravamo più schematiche e piccole. Tutto semplice”, ha spiegato Chiara, “Poi crescendo dovevamo evolvere e siamo diventate caleidoscopiche. Per un po’ ci siamo guardate da lontano, rispettando gli spazi dell’altra. Se sai sopravvivere lontano dalla famiglia scopri meglio te stesso, come sai sopravvivere, quali sono le tue energie. E migliori la tua autostima. Ha giovato tantissimo quel periodo: da fuori, agli altri, 10 anni sono sembrati tanti ma nella nostra percezione sono sembrati di meno”.
E ancora:
“Ci siamo concesse di evolvere e ora siamo più abili a sopportarci. Sorellanza è anche non essere patriarcali tra donne. I 25 anni insieme sono un grande traguardo e conferma che hai tanti punti che ti uniscono. Staccarsi ti evita di inaridire, anche come artista. E alla fine sorellanza è anche vegliarsi l’una l’altra da lontano. Questo respiro più profondo ci aiuta anche sul palco e col pubblico”.
Ora si sono ritrovate e non sembrerebbero essere intenzionate a mollarsi più. Meglio così.