martedì, Ottobre 1, 2024
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Perché non possiamo accumulare l’energia di un fulmine per riutilizzarla?

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L’idea di catturare l’energia di un fulmine e immagazzinarla per un uso futuro è affascinante ed è alimentata anche da suggestive rappresentazioni cinematografiche come quella proposta nel film “Ritorno al Futuro“. Tuttavia, la realtà scientifica ci pone di fronte a sfide tecniche e fisiche che rendono tale impresa, irrealizzabile.

Il primo ostacolo da affrontare è l’immensa potenza sprigionata da un fulmine, che può raggiungere miliardi di joule di energia concentrati in un brevissimo lasso di tempo, dell’ordine di pochi millisecondi. Questa straordinaria intensità e rapidità rendono estremamente arduo immagazzinare efficacemente tale energia in un singolo dispositivo o batteria, poiché richiederebbe una capacità di accumulo ben oltre le attuali possibilità tecnologiche.

Le odierne tecnologie di stoccaggio energetico, come batterie e supercondensatori, non sono ancora in grado di gestire una carica così improvvisa e intensa senza subire danni o addirittura andare incontro alla distruzione.

Inoltre, non si può trascurare l’intrinseca imprevedibilità (o prevedibilità?)dei fulmini, fenomeni naturali che sfuggono a qualsiasi tentativo di controllo o pianificazione. Prevedere con esattezza il luogo e il momento in cui un fulmine si abbatterà al suolo è un’impresa titanica, che rende vano ogni sforzo di catturarlo. Oltre ai problemi già menzionati, ci sono altre sfide scientifiche e tecniche da affrontare per immagazzinare e riutilizzare l’energia di un fulmine.

Il processo di conversione da energia elettrica ad altra forma di energia (chimica, meccanica, ecc.) per l’immagazzinamento comporterebbe inevitabilmente perdite significative. L’efficienza di conversione limiterebbe la quantità di energia effettivamente utilizzabile.

Inoltre, i fulmini generano potenti impulsi elettromagnetici che possono interferire con le apparecchiature elettroniche e le reti di comunicazione. Un po’ come fanno le armi nucleari di nuovissima generazione. Catturare e immagazzinare l’energia di un fulmine potrebbe amplificare questi effetti, causando problemi di interferenza e danni alle infrastrutture tecnologiche circostanti.

Insomma, imbrigliare l’energia prodotta da un fulmine è praticamente impossibile. O almeno lo sarà finché non riusciremo a trovare dei materiali tanto resistenti e conduttivi tali da sopportare una potenza così alta.

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