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La Coldiretti lancia un allarme riguardo alla diffusione della peste suina africana in Italia, che minaccia gravemente la produzione del prosciutto crudo di Parma. La zona di produzione di questo prodotto DOP, famoso in tutto il mondo, è stata inserita nella crescente area rossa di contaminazione del virus, ora presente in otto regioni italiane e equivalente in dimensioni alla Lombardia.

Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, ha espresso preoccupazione per la salute animale e l’intero settore suinicolo, fondamentale per l’economia italiana e le produzioni di alta qualità. In una lettera indirizzata al ministro dell’agricoltura e al responsabile della salute, Prandini ha sottolineato l’urgenza di garantire indennizzi per i danni subiti dagli allevatori, suggerendo l’utilizzo di fondi emergenziali per coprire non solo le perdite causate dagli abbattimenti degli animali, ma anche i mancati guadagni dovuti ai fermi forzati delle aziende.

Le statistiche sono preoccupanti: sono stati trovati circa 2.400 cinghiali morti affetti dal virus, con oltre 60.000 maiali abbattuti e 45 allevamenti chiusi, mettendo a rischio un settore dal valore di 13 miliardi di euro e che coinvolge circa 26.000 aziende. Anche se Giovanni Filippini, il nuovo commissario straordinario nominato per affrontare l’emergenza, ha minimizzato la gravità della situazione, Confagricoltura ha avvertito che la condizione attuale non è sostenibile.

Il Consorzio Prosciutto di Parma guarda con fiducia al lavoro di Filippini, nel tentativo di eradicare il virus, simile a quanto fatto in Sardegna. Tuttavia, i produttori hanno avvertito che l’emergenza sta generando gravi difficoltà nella disponibilità di materia prima, influenzando significativamente la produzione e portando a un aumento dei prezzi, in una fase già critica per i costi aziendali.

Il passaggio del virus ai suini domestici, che era stato evitato fino a questo momento, è ora una realtà preoccupante. Questi sviluppi minacciano la stabilità e la redditività delle aziende, complicando ulteriormente un scenario già difficile per gli operatori del settore.

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