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Post su Schlein, polemica sull’ex consigliere provinciale di Palermo. Ma lui: “Mai scritto”

Salvo Coppolino, ex consigliere provinciale di Palermo e attualmente vicino a Fratelli d’Italia, ha categoricamente negato di essere l’autore di un post offensivo nei confronti di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, apparso sul suo profilo social. Coppolino ha affermato di essere stato hackerato e ha riferito che tali violazioni della sua privacy si sono già verificate in passato. Ha scoperto il post tramite una telefonata e ha immediatamente provveduto a cancellarlo, modificando anche le impostazioni di privacy del suo profilo e considerando di sporgere denuncia alla Polizia postale.

Il post in questione conteneva frasi provocatorie e volgari collegate a un’immagine di Elly Schlein, che faceva riferimento a un episodio di violenza. Questa affermazione ha suscitato una dura reazione da parte del Partito Democratico, rappresentato da Debora Serracchiani, membro della segreteria nazionale, la quale ha chiesto al ministro Musumeci di prendere apertamente le distanze da Coppolino. Serracchiani ha descritto il post come “una vergogna e un gesto indegno”.

Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Assemblea Regionale Siciliana, ha espresso indignazione nei confronti del post, sottolineando che esso non rappresenta solo un attacco personale, ma indica una cultura che minimizza la gravità della violenza di genere. Ha invitato Musumeci a solidarizzare con Schlein e a condannare il post pubblicamente.

Nello Musumeci, rispondendo a questa situazione, ha dichiarato di leggere con sconcerto le parole pubblicate da Coppolino, delle quali lo stesso Coppolino ha preso le distanze. Indipendentemente dalla paternità del post, Musumeci ha affermato che le frasi sono condannabili e ha espresso la sua solidarietà a Schlein. Ha poi auspicato che la sinistra possa mostrare sensibilità simile quando altre persone subiscono attacchi simili.

La polemica sollevata dal post di Coppolino ha acceso un dibattito su temi delicati come la violenza di genere e la responsabilità politica, richiamando l’attenzione sulle reazioni e sui comportamenti dei rappresentanti istituzionali.

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