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Quasi tutti: Senza un via libera politico, non si va avanti

Maurizio Mannoni, con una lunga carriera nella Rai fino a settembre 2023, ha condiviso la sua esperienza in un libro intitolato “Quella notte a Saxa Rubra”. Intervistato dal Corriere della Sera, ha raccontato aneddoti sulla tv di Stato e le sue dinamiche interne. Mannoni ha collaborato con figure significative come Michele Santoro, descritto come ribelle e innovatore dell’informazione televisiva. Ricorda anche Federica Sciarelli, allora giovane, con un approccio fresco alla politica, e Giovanna Botteri, che si distingueva per il suo coraggio e la sua predilezione per il lavoro sul campo.

Un passaggio toccante riguarda la giornalista Ilaria Alpi, la cui morte ha segnato un punto traumatico nella storia della Rai. Mannoni ha anche parlato di Bianca Berlinguer, la cui carriera è stata influenzata dal cognome, e ha confermato il suo carattere autoritario e la mancanza di diplomazia, che generava timore tra i colleghi più giovani. Riferendosi a conflitti durante le trasmissioni, Mannoni ha sottolineato che le liti erano spesso “a distanza”.

Quando è stato chiesto se la Rai fosse piena di raccomandati, Mannoni ha risposto che quasi tutti sono raccomandati in un certo senso, evidenziando la necessità di supporto politico per avanzare nella carriera. Ha riconosciuto di non aver mai raggiunto posizioni apicali, come la direzione del Tg3, a causa di mancanze di opportunità decisionali.

Secondo Mannoni, la lottizzazione della Rai ha raggiunto il culmine negli anni ’80 e ’90, periodo in cui i vicedirettori erano spesso scelti per promuovere i propri leader politici. La carriera di Mannoni include numerosi incontri con politici, ma ha riscontrato sempre un approccio cordiale, citando figure come Maurizio Gasparri e Marco Pannella.

Infine, Mannoni ha commentato sull’attuale gestione della Rai, paragonando l’era attuale a un periodo di controllo simile a quello di TeleProdi o TeleRenzi, indicando una mancanza di idee e una pulizia radicale. Ha espresso disponibilità a contribuire con programmi di destra, ma non ha ricevuto ulteriori riscontri.

La sua testimonianza offre uno sguardo prezioso sui cambiamenti e le sfide che ha affrontato nel mondo del giornalismo televisivo italiano.

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