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venerdì, Ottobre 18, 2024
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Reale rischio di un conflitto aperto con il Libano

Dopo l’attacco israeliano alle postazioni Unifil in Libano, il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha spiegato al Senato che l’Italia riconosce il diritto di Israele alla difesa, ma chiede anche il rispetto del diritto internazionale e dell’operato di Unifil. Crosetto ha denunciato la gravità della crisi in corso, manifestata da un aumento degli scontri a Gaza e in Libano, con civili che continuano a subire le conseguenze del conflitto. È stata espressa massima attenzione per la sicurezza degli italiani presenti in Libano, con prontezza operativa in caso di evacuazioni necessarie.

Crosetto ha fatto appello a Israele affinché supporti Unifil e le Forze Armate libanesi, che devono poter svolgere il loro compito in modo autonomo e credibile. Ha ribadito che la neutralità dei caschi blu è fondamentale per il loro operato e ha sottolineato l’importanza che Israele rispetti le regole internazionali. Il governo italiano ha confermato la sua presenza in Unifil, con oltre 1.000 militari impegnati e un’intensificazione delle misure protettive.

Il Ministro ha sottolineato la necessità di stabilizzare la situazione in Libano, che è essenziale per la sicurezza del Medio Oriente. Ha espresso la preoccupazione per le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele e per le difficoltà operative di Unifil, che devono essere affrontate con un ripensamento della missione. Crosetto ha affermato che la presenza della missione è ancora necessaria per prevenire ulteriori conflitti.

Un’altra iniziativa prevista dal governo italiano è la “conferenza dei donatori” per supportare le Forze Armate libanesi, mirata a migliorarne la capacità operativa e a distoglierle dall’influenza di Hezbollah. Inoltre, è stata proposta l’ipotesi di inviare Carabinieri in Palestina per formare le forze di polizia, una richiesta emersa dalle recenti tensioni nella regione.

Infine, Crosetto ha enfatizzato l’importanza del dialogo per risolvere le crisi internazionali. Ha richiamato l’attenzione sulla necessità di un approccio paziente e costruttivo per affrontare le difficoltà storiche del Medio Oriente, sottolineando che le soluzioni militari non possono sostituire sforzi diplomatici e multilaterali.

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