Il recupero e il salvataggio da parte della Lipu di Roma di un minuscolo esemplare di pipistrello: il cucciolo ha un peso di appena due grammi.
«Quello che vedete è un cucciolo di uno dei mammiferi più straordinari che esistano sul nostro pianeta». Con queste parole inizia il post condiviso su Facebook dall’organizzazione per la tutela della fauna selvatica. La Lipu, acronimo per indicare la Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli (Lipu Onlus), è un’associazione per la tutela della natura, per la conservazione della biodiversità e per la promozione della cultura ecologica. Il Centro Recupero Fauna Selvatica di Roma è gestito dalla Lipu e offre ricovero a ottomila animali selvatici ogni anno, tra mammiferi, uccelli, rettili e anfibi, per un totale di oltre centoventi specie diverse con i più disparati fabbisogni alimentari.
Il video del cucciolo di pipistrello, il minuscolo esemplare salvato dalla Lipu
Il post con la foto del cucciolo salvato è stato condiviso dall’organizzazione di tutela ambientale Lipu sulla propria pagina Facebook all’account @CRFS Lipu Roma.
L’esemplare mostrato nel video condiviso su Instagram dalla Lipu è un cucciolo di pipistrello albolimbato (noto con il nome scientifico di Pipistrellus kuhlii secondo la classificazione tassonomica di Kuhl del 1817). I pipistrelli albolimbati sono pipistrelli appartenenti alla famiglia dei Vespertilionidi diffusi nell’Ecozona paleartica (che comprende l’Europa, l’Asia a nord dell’Himalaya, l’Africa settentrionale e la zona nord e centrale della penisola arabica). Sono animali di piccole dimensioni, la cui lunghezza è compresa tra i trentacinque e i cinquantacinque millimetri; la loro pelliccia è corta e lanuginosa, di colore cariabile tra il marroncino e il giallastro, olivastro o rosso scuro.
Questi pipistrelli si rifugiano in colonie spesso numerose negli interstizi di edifici o costruzioni o più raramente nelle cavità degli alberi, nelle fessure rocciose e nelle cave. Si nutrono di insetti, in particolare di lepidotteri e coleotteri, che catturano in volo intorno ai lampioni, in prossimità di alberi o sopra specchi d’acqua.
Il cucciolo di pipistrello, mostrato nelle immagini realizzate da Irene Alison, ha un peso di soli due grammi ed è stato trovato in terra da alcune persone che lo hanno portato in un centro faunistico della zona, il Centro Recupero Fauna Selvatica Lipu di Roma noto con la sigla CRFS, che la Lipu gestisce nei pressi di Villa Borghese. Il piccolo probabilmente sarà accidentalmente caduto dalla tana in cui la sua colonia si era insediata. Questa specie di pipistrelli non è a rischio di estinzione; molte altre specie però sono inseriti tra le specie protette minacciate a causa dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici: L’estinzione dei pipistrelli rappresenterebbe un grave danno per l’ambiente; anche per questi motivi è stato fondato negli ultimi mesi un Pronto Soccorso Pipistrelli, che non si occupa soltanto di curare gli animali feriti ma anche di informare e sensibilizzare attraverso attività specifiche la cittadinanza circa l’importanza di questi piccoli mammiferi. Come spiegato dalla Lipu, il cucciolo di pipistrello rimarrà presso il centro fino a quando non sarà cresciuto e non avrà imparato a volare; a quel punto potrà essere liberato in natura tra i suoi simili. Come si legge sul post condiviso su Facebook, i pipistrelli sono gli unici mammiferi in grado di volare: «Unico nel suo genere, il pipistrello ha l’invidiabile primato di essere il solo mammifero in grado di volare. Questo, grazie ad un adattamento simile a quello avvenuto per le zampe palmate degli uccelli acquatici. Infatti, tra le dita molto lunghe degli arti superiori dei pipistrelli, si estende una membrana, chiamata patagio, che, facendo attrito con l’aria, rende possibile il volo». I pipistrelli si distinguono da altri animali anche per i loro incredibili «strumenti di caccia si sono dovuti adattare per catturare prede piccole e veloci nel buio notturno. Per questo, ha perfezionato un sistema basato sulle onde sonore, chiamato ecolocalizzazione, che consiste nell’emettere dei suoni a frequenze molto alte, non udibili dall’uomo. Rimbalzando su qualsiasi ostacolo incontrino, questi ultrasuoni tornano indietro all’orecchio del pipistrello e vengono elaborati dal suo cervello in modo da formare una vera e propria immagine sonora di tutto ciò che lo circonda». Quando il cucciolo di pipistrello salvato sarà abbastanza grande per riuscire da solo a cacciare e volare, potrà tornare nel suo habitat. (di Elisabetta Guglielmi)