Il confronto tra il governo e i sindacati sulla manovra è stato rinviato a lunedì prossimo dal premier Giorgia Meloni, che ha comunicato il rinvio a causa di un’influenza. Attualmente, le richieste dei sindacati, già considerate tardive, restano in sospeso. La Cgil ha criticato la manovra definendola una “fiera dei tagli”, e in attesa di risposte ha già indetto uno sciopero generale per il 29 novembre. La Uil si è unita a tali critiche, definendo deludente l’approccio del governo, mentre la Cisl ha espresso apprezzamento per alcuni interventi, seppur critica riguardo ai tagli nel settore scolastico e nelle pensioni minime.
La manovra, ora in discussione in Parlamento, presenta alcuni aspetti contestati, in particolare il cuneo fiscale, che secondo la Cgil porterà a un incremento dell’Irpef per i lavoratori e pensionati senza benefici reali. Nel frattempo, il governo si prepara anche a un incontro con le imprese, e Confindustria ha espresso la volontà di collaborare con l’esecutivo per stimolare la crescita.
Un tema centrale è l’allocazione degli 1,3 miliardi di euro provenienti dal concordato, che ha visto più di 500mila adesioni da partite IVA. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha riferito che il governo è alla ricerca di possibili riaperture per sfruttare al meglio queste risorse, destinandole a favore delle fasce più deboli o di altre priorità. Tuttavia, le posizioni all’interno della maggioranza riguardo all’utilizzo di tali fondi non sono concordi.
Anche il tema del canone Rai ha suscitato conflitti tra le diverse fazioni della maggioranza, con la Lega che vuole mantenerlo a 70 euro, in contrasto con quanto previsto nella manovra. Entro le scadenze parlamentari, si prevede la presentazione di emendamenti per modificare tale situazione. Il vicepremier Antonio Tajani ha ribadito l’opposizione al taglio del canone, evidenziando l’importanza della certezza delle risorse per il servizio pubblico.
In sintesi, la situazione attuale è caratterizzata da una comunicazione inadeguata tra parte pubblica e sindacati, con il governo che deve affrontare molteplici urgenze, mentre il dialogo con le imprese sembra proseguire.