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giovedì, Ottobre 10, 2024
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Sanità pubblica emergenza del paese, è necessario un patto politico

I dati attuali mostrano una profonda crisi nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in Italia, evidenziata da un divario di spesa pro capite di 889 euro rispetto alla media OCSE. Questo deficit ha generato un gap complessivo di 52,4 miliardi di euro e ha spinto circa 2,5 milioni di persone a rinunciare alle cure per motivi economici. La crescita della spesa sanitaria a carico delle famiglie ha raggiunto un aumento del 10,3% in un anno, sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità e sull’accesso alle prestazioni.

Secondo Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe, questa crisi è prevalentemente il risultato di un definanziamento sistematico negli ultimi quindici anni. I governi hanno considerato la spesa sanitaria come un costo da ridurre anziché un investimento. La spesa sanitaria in relazione al PIL è prevista in calo ulteriormente, passando dal 6,3% al 6,2% nei prossimi anni. Il fabbisogno sanitario nazionale è aumentato di 28,4 miliardi dal 2010 al 2024, mentre la spesa per la prevenzione delle malattie è diminuita drasticamente nel 2023.

C’è anche una crisi del personale sanitario, aggravata dalla pandemia. Il numero di medici sta diminuendo, con oltre 11.000 unità perse dal 2019 al 2022 e ulteriori abbandoni previsti per il 2023. Anche il numero di infermieri è in calo, rendendo la situazione ancora più critica.

Le disuguaglianze regionali sono gravi, con solo 13 regioni che rispettano gli standard essenziali di assistenza e una crescente frattura tra Nord e Sud. La mobilità sanitaria evidenzia che molti cittadini del Sud devono spostarsi per ricevere cure migliori, causando un saldo negativo di oltre 10 miliardi per il Mezzogiorno.

La Missione Salute del PNRR rappresenta una possibilità di rinnovamento, ma è a rischio se non integrata in un piano complessivo per rafforzare il SSN. La legge sull’autonomia differenziata potrebbe aggravare ulteriormente le disuguaglianze, compromettendo gli obiettivi del PNRR.

Per affrontare questa crisi, la Fondazione GIMBE propone un “nuovo patto politico e sociale” per salvare il SSN, richiedendo riforme significative e una riorganizzazione profonda basata sui principi della Costituzione e promuovendo la responsabilità sociale tra cittadini e operatori sanitari.

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