lunedì, Ottobre 7, 2024
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Scuola: ANIEF avvia una Class Action per l’abuso dei contratti a termine

Grazie alle continue segnalazioni del sindacato ANIEF, la Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia Europea per l’abuso dei contratti a termine nel settore scolastico, evidenziando la crescente precarietà lavorativa che colpisce migliaia di lavoratori. Molti di questi sono costretti, da anni, a firmare contratti temporanei senza garanzie di stabilità. In risposta a questa situazione critica, ANIEF ha avviato una Class Action gratuita dedicata a tutti i dipendenti del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), che include sia docenti che personale ATA, i quali negli ultimi dieci anni hanno stipulato contratti a termine con scadenze al 30 giugno o al 31 agosto per un totale superiore a 36 mesi.

L’iniziativa mira a ottenere giustizia per i lavoratori precari del settore scolastico, chiedendo il riconoscimento del diritto al risarcimento per i danni subiti a causa della loro situazione precaria. La Class Action si propone di riconoscere il diritto a un risarcimento che possa arrivare fino a 24 mensilità dell’ultima retribuzione. ANIEF intende anche presentare una diffida formale per interrompere i termini di prescrizione relativi al diritto al risarcimento.

In termini di modalità di adesione, possono partecipare alla Class Action tutti i dipendenti del MIM che, negli ultimi dieci anni, hanno accumulato contratti a termine per un periodo totale che supera i 36 mesi. Il ricorso sarà depositato presso il Tribunale di Roma come ricorso pilota, aprendo così la strada ad ulteriori azioni legali a tutela dei lavoratori precari. ANIEF si impegna a garantire il supporto necessario per la preparazione della diffida e altre eventuali procedure legali.

La partecipazione alla Class Action è completamente gratuita, offrendo così un’opportunità concreta per i lavoratori scolastici di rivendicare i propri diritti e ottenere il risarcimento per i danni causati dall’abuso dei contratti a termine. La situazione attuale rappresenta una chiara violazione dei diritti lavorativi, e l’azione intrapresa mira a porre fine a questa forma di precarietà che ha caratterizzato il settore per troppo tempo.

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