Si è conclusa la nona edizione del Thyroid Update 2022, una due giorni dedicata alle patologie della tiroide, dalla diagnosi ai trattamenti. Le opzioni terapeutiche oggi a disposizione, la relazione tra tiroide e fertilità femminile, le nuove linee guida, la gestione delle alterazioni funzionali in età pediatrica, il carcinoma midollare e le controversie nella gestione clinica sono solo alcuni dei temi al centro di questo appuntamento dall’alto valore scientifico, a Roma dal 16 al 17 settembre.

«Con quasi trecento partecipanti il Thyroid Update è l’evento più importante a livello nazionale incentrato esclusivamente sulla tiroide – dice Franco Grimaldi, presidente AME, l’Associazione Medici Endocrinologi -. Un appuntamento che apre le frontiere della comunicazione e della collaborazione sia europee, che oltreoceano. Un incontro ideato per offrire risposte concrete ed aggiornate a chi soffre di patologie della tiroide, problematiche che affliggono quasi il 60% della popolazione femminile».

Carcinoma tiroideo, le nuove linee guida

«Lo scopo dell’edizione 2022, come ogni anno, è quello di discutere fra pari, in modo interdisciplinare e con la rappresentanza di tutte le expertise impegnate nella gestione della tiroide, di alcuni argomenti particolarmente caldi – aggiunge Enrico Papini, coordinatore della Commissione Scientifica AME -. Gli speakers sono di diversa estrazione: si va dal mondo accademico a quello ospedaliero, fino alla rappresentanza di pazienti e di tutti coloro che operano nella endocrinologia territoriale. Tra i principali argomenti affrontati nelle cinque sessioni in programma, un’ampia riflessione ed un’analisi critica ed attenta delle raccomandazioni fornite dalle recenti linee guida per la diagnosi e il trattamento del carcinoma tiroideo, come il trattamento con radioiodio, fondamentali soprattutto per la gestione del nodulo tiroideo. Proprio di recente, l’Istituto Superiore di Sanità ha approvato le linee guida che disciplinano la gestione di questa diffusa condizione».

Non solo chirurgia

noduli tiroidei sono tra le patologie endocrine più comuni e vengono rilevati in circa il 5-7% della popolazione adulta, soprattutto femminile, con prevalenza più elevata in rapporto all’età. La possibilità che da un nodulo si sviluppi una malattia tumorale varia dal 5 al 15%, con un’incidenza che muta in relazione al sesso, all’età e alla storia clinica. Il carcinoma papillare della tiroide è stato uno dei temi su cui si sono confrontati gli endocrinologi del Thyroid Update 2022.

«In particolare – spiega Andrea Frasoldati, membro della commissione scientifica AME – sono stati illustrati i trattamenti alternativi alla chirurgia, primi fra tutti quelli coadiuvati dall’utilizzo dell’ecografia. Sotto la guida dell’ecografo e utilizzando particolari aghi è possibile bruciare e ridurre le dimensioni di una neoplasia. In alcuni casi, si riesce anche ad eliminarla totalmente, evitando così di ricorrere alla chirurgia. È questo il caso di una sottopopolazione di tumori tiroidei, ovvero i microcarcinomi papillari, caratterizzati da un’ottima prognosi e di piccole dimensioni che, di solito, non superando il centimetro possono essere sottoposte ad ablazione con particolari tecniche, come la radiofrequenza, il laser o le microonde».

Tiroide e fertilità

Le disfunzioni della tiroide possono provocare anche problemi di infertilità, ancora una volta con una maggiore incidenza nell’universo femminile. «L’ipotiroidismo può essere causa di infertilità, impedire una regolare ovulazione o anche aumentare il rischio di aborto spontaneo – sottolinea Roberto Negro, esperto AME di tiroide e fertilità -. Più grave è l’ipotiroidismo, minori saranno le possibilità di una donna di rimanere incinta. La diffusione di queste problematiche aumenta all’aumentare dell’età, per questo è importante che la funzione della tiroide venga controllata, ai fini di accertare la fertilità della paziente, soprattutto sopra i 35 anni».

«È fondamentale, soprattutto per quelle paziente che devono sottoporsi a tecniche di procreazione medicalmente assistita, accertare di non essere affette da tiroidite cronica autoimmune. Tuttavia, non esistono sintomi caratteristici che possano mettere in allarme una paziente: il più delle volte le disfunzioni della tiroide sono molto lievi, cosiddette subcliniche, ma allo stesso tempo piuttosto frequenti, riguardando fino al 10% della popolazione femminile in età fertile. Quindi – conclude Negro – è buona regola che tutte le donne che desiderano una gravidanza controllino il regolare funzionamento della propria tiroide».

 

 



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