venerdì, Ottobre 4, 2024
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Torino, uccise padre a coltellate. Corte d'Appello solleva questione legittimità costituzionale


La difesa: “Alex sarà condannato”

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(Fotogramma)

Giudizio sospeso per Alex Pompa, il giovane che nell’aprile 2020 a Collegno, nel torinese, uccise con 34 coltellate il padre. La Corte d’Appello dopo oltre 5 ore di camera di consiglio ha sollevato la questione di legittimità costituzionale sulla norma, introdotta dal cosiddetto ‘Codice rosso’ relativa al bilanciamento di alcune attenuanti sull’aggravante del rapporto di parentela tra vittima e colpevole che impedisce, quindi, di giungere a una pena più bassa. A invitare il giudice a sollevare una questione di legittimità costituzionale per poter raggiungere una pena minore era stata anche l’accusa che aveva chiesto per il giovane una condanna a 14 anni. La difesa aveva invece chiesto l’assoluzione per legittima difesa. Il giovane, in primo grado, nel novembre 2022, era stato assolto. Dalla lettura, in aula, dell’ordinanza è emerso come i giudici non abbiamo ritenuto che il fatto sia avvenuto per legittima difesa anche putativa o per eccesso colposo, ma lo hanno qualificato come omicidio volontario pur sottolineando la sussistenza dell’attenuante della provocazione.

LA DIFESA – “Non mi aspettavo questo epilogo, sono profondamente deluso, non condivido il giudizio della Corte che ha escluso la legittima difesa anche nella forma putativa” ha detto Claudio Strata, legale di Alex Pompa, alla lettura dell’ordinanza.

“Ovviamente questa ordinanza è già una sorta di sentenza perché contiene un’ampia motivazione. Attenderemo la risoluzione della questione da parte della Corte Costituzionale, a questo punto l’esito è scontato, Alex verrà condannato e quando leggeremo la motivazione della sentenza che ha riconosciuto l’ipotesi di reato contestato dalla procura certamente faremo ricorso per Cassazione per cercare di arrivare a quello che noi sosteniamo, e cioè che Alex non è un assassino”.

“Per chi l’ha sentito parlare, l’ha conosciuto e conosce la sua storia – ha proseguito il legale -, mi sento di confermare con grande fermezza che Alex non è un assassino, non è stato un omicidio e questa decisione mi lascia molto amareggiato. Sono tre anni che con Alex ho una condivisione continua di spazi, di comunicazioni e mi spiace molto che non sia stato creduto lui e che sia stata data una rilevanza e una prevalenza alle dichiarazioni della mamma e del fratello che non avrebbero dato quell’assist che forse la Corte cercava, come ha sostenuto il pubblico ministero, per poter credere ad Alex. Bastavano le dichiarazioni di Alex per ritenerlo del tutto estraneo all’ipotesi omicidiaria contestata dalla procura”.

LA MADRE – “Mio figlio non è assolutamente un delinquente, cosa dovevamo fare per farlo capire, basta guardarlo negli occhi, non si può mandare in carcere 14 anni Alex” ha detto, tra le lacrime Maria, la mamma di Alex Pompa. Al termine della lettura dell’ordinanza della Corte d’Appello, che ha sollevato la questione di legittimità costituzionale, la donna ha ribadito: “Alex non è un delinquente e non può essere trattato come un delinquente, io non sarei qui in questo momento”.

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