sabato, Ottobre 5, 2024
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Tradimento virtuale: una storia di inganno e scoperta

Carmelo Miano, un giovane siciliano di 24 anni originario di Sciacca, è finito sotto i riflettori per aver hackerato i server del Ministero della Giustizia e di altre istituzioni nazionali. Attualmente residente a Gela e domiciliato a Roma, Miano è stato arrestato dalla Polizia Postale su disposizione della Procura di Napoli, che gli imputa accesso abusivo aggravato a sistemi informatici e diffusione di malware.

L’indagine, guidata da un gruppo specializzato in reati informatici, ha rivelato la notevole abilità di Miano, il quale è riuscito a violare i sistemi informatici del Ministero della Giustizia e di enti significativi come Tim e Telespazio, senza essere scoperto per diversi mesi. Nonostante abbia riconosciuto le proprie responsabilità, Miano ha contestato di aver arrecato danni rilevanti. Durante l’interrogatorio, si è detto disposto a collaborare con le autorità, richiedendo il trasferimento degli atti alla Procura di Perugia.

L’indagine ha inoltre svelato che, nonostante l’apparenza di ragazzo riservato, Miano aveva accumulato oltre due milioni di euro tramite attività svolte sul dark web, somme che sono state ora sequestrate. L’arresto ha avuto luogo in un appartamento nel quartiere Garbatella di Roma, dove Miano si è mostrato frastornato e spaventato alla vista della Polizia. La sua identificazione è avvenuta grazie al tracciamento dei suoi movimenti online, culminando in un arresto inaspettato dopo un accesso a un sito pornografico.

La Procura di Napoli ha richiesto la custodia cautelare in carcere, ma il legale di Miano ha chiesto gli arresti domiciliari, argomentando che i sistemi violati erano già vulnerabili. Attualmente, Miano si trova nel carcere di Regina Coeli in attesa dell’udienza di convalida. La sua possibile collaborazione con le autorità potrebbe risultare fondamentale per combattere i reati informatici in Italia, aprendo la strada a un eventuale utilizzo delle sue competenze a favore dello Stato, come previsto dalla legge 90/2024, che offre sconti di pena a chi collabora con le forze dell’ordine.

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