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Le circostanze che hanno portato Roberto Gleboni, un operaio di 52 anni, a compiere un efferato omicidio a Nuoro il 25 settembre, sono ancora oggetto di indagine. Durante la tragica mattinata, ha aperto il fuoco contro la moglie, Giusi Massetti, la figlia Martina e i suoi due figli. Il massacro ha coinvolto anche un vicino e, in un secondo momento, la madre di Gleboni, un’anziana di 83 anni. Le vittime principali del suo assalto sono state Giusi, 43 anni, e la loro figlia Martina, 26 anni, che si era recentemente laureata in Scienze dei Servizi Giuridici. Il figlio più piccolo, Francesco, di solo 10 anni, è morto a causa delle ferite subite, mentre l’altro figlio, di 14 anni, ha riportato ferite lievi. Chi ha conosciuto Gleboni lo descriveva come una persona tranquilla e disponibile, nonostante la sua apparente passione per le armi. Risulta che al momento della strage la coppia fosse separata.

Dopo aver perpetrato il crimine, Gleboni si è suicidato. Usando una pistola semiautomatica, che possedeva regolarmente per uso sportivo, ha prima ucciso la sua famiglia e poi ha rivolto l’arma contro se stesso. La strage si è svolta in via Ichnusa, dove la ex moglie viveva con i figli. È stato riportato che Paolo Sanna, il vicino, è stato ferito mentre cercava di soccorrere le vittime. Successivamente, Gleboni si è diretto a casa della madre, dove ha aggredito anche lei prima di togliersi la vita.

Le autorità stanno esaminando attentamente la situazione familiare di Gleboni, cercando di capire i motivi che hanno spinto un uomo apparentemente normale a commettere un atto così violento. Questo caso si inserisce in un contesto più ampio di crescita della criminalità in Italia, con un aumento degli omicidi familiari che ha suscitato preoccupazione tra gli esperti di sicurezza e nei media. La comunità di Nuoro e l’Italia intera sono sotto shock per questo tragico evento, che ha spezzato diverse vite e ha lasciato un vuoto incolmabile nei cuori di amici e familiari delle vittime.

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