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La finale di Champions League del 2027 si svolgerà in un’altra sede rispetto a Milano, dopo una decisione ufficiale presa dalla UEFA durante un incontro a Praga. Il Comune di Milano non è riuscito a garantire che lo stadio di San Siro sarebbe stato privo di lavori di ristrutturazione durante il periodo della finale, costringendo così la UEFA a riaprire il bando per selezionare una nuova location, con una decisione che dovrebbe essere presa entro maggio-giugno 2025.

L’iniziale assegnazione della finale a Milano era legata all’incertezza riguardo ai lavori di ristrutturazione previsti per il Meazza e le aree circostanti. Per ora, le sedi delle finali del 2025 e 2026, rispettivamente all’Allianz Arena di Monaco e alla Puskás Aréna di Budapest, sono confermate senza problemi.

L’ultima finale di Champions a Milano risale al 2016. In passato si era parlato di demolire il Meazza a causa di vincoli storici, ma questa opzione è stata abbandonata. L’idea di ristrutturare lo stadio è stata proposta, ma sia l’Inter che il Milan hanno espresso delle riserve, rendendo difficile trovare un accordo. Il sindaco Giuseppe Sala ha confermato che le trattative tra i club e il Comune hanno portato a risultati poco conclusivi.

Inoltre, le due squadre hanno in mente progetti per stadi di proprietà. Il Milan prevede un nuovo impianto da 70.000 posti a San Donato, mentre l’Inter sta considerando la possibilità di rimanere al Meazza dopo una ristrutturazione. Tuttavia, entrambi i progetti sono fermi: il Milan è bloccato nell’acquisizione dei terreni, e l’Inter non ha ancora definito il proprio piano.

La decisione di non assegnare la finale a Milano è stata accolta con favore da alcuni esponenti politici, come il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, suggerendo che la ristrutturazione dello stadio potrebbe avvenire dopo le Olimpiadi invernali del 2026. Al contrario, la notizia è stata criticata fortemente da diversi membri dell’opposizione, che hanno attribuito la responsabilità alla gestione del sindaco Sala e alla sua giunta. L’esito di questa situazione evidenzia l’incertezza che circonda il futuro di San Siro e il coordinamento tra le istituzioni locali e le società calcistiche.

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