La pressione sanguigna normalmente tende a diminuire di notte mentre il corpo si rilassa e si prepara a dormire. Al contrario tende ad aumentare di giorno. Ma i ricercatori dell’Università di Oxford hanno scoperto che accade il contrario nel 15% delle persone. Queste stesse persone sfuggono alla diagnosi proprio perché la pressione sanguigna risulta nella norma quando vengono visitati dal medico di giorno. La ricerca è stata pubblicata sul British Journal of General Practice.

Il monitoraggio della pressione diurno non è sufficiente

Il team di Oxford afferma che il monitoraggio ambulatoriale – che prevede l’uso di un bracciale che misura la pressione per un periodo di 24 ore – dovrebbe essere utilizzato più spesso. «Le misurazioni della pressione sanguigna diurna non sono sufficienti», afferma l’autore principale dello studio, il professor Lionel Tarassenko. Per le persone anziane, a volte con diabete o malattie renali, il modello è invertito. La pressione sanguigna aumenta di notte e poi diminuisce dopo il risveglio. «Ciò significa che questi pazienti hanno la pressione sanguigna più bassa durante il giorno, e quindi saranno erroneamente rassicurati dal monitoraggio diurno a casa o nella clinica del medico di famiglia», prosegue l’esperto.

I «revers-dippers» sono più numerosi del previsto

Lo studio ha coinvolto circa 21.000 pazienti provenienti da 28 studi medici di base e quattro ospedali nell’area di Oxford. Nei pazienti ricoverati in ospedale, i ricercatori hanno scoperto che quasi la metà (49%) di questi pazienti erano «reverse-dippers», cioè pazienti in cui la pressione sistolica media notturna aumenta rispetto alla media diurna. Circa il 15% dei pazienti soffriva di ipertensione durante la notte. In entrambi i gruppi di pazienti, uno su tre aveva almeno una malattia cardiovascolare.

Intercettare gli ipertesi «nascosti» può ridurre le malattie cardiovascolari

«La nostra ricerca mostra che la misurazione della pressione sanguigna notturna – dice Laura Armitage, ricercatrice presso il Nuffield Department of Primary Care Health Sciences dell’Università di Oxford – potrebbe aiutare a identificare un adulto su otto in Inghilterra che ha l’ipertensione non diagnosticata». Questo porterebbe anche a una riduzione delle malattie cardiovascolari e di morte. «Ciò mette in evidenza la necessità per i medici di base di offrire ai propri pazienti una valutazione della pressione sanguigna 24 ore su 24», conclude Armitage.

 

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