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La decisione del Comune di Valdieri di conferire la cittadinanza onoraria a Emanuele Filiberto di Savoia ha suscitato un acceso dibattito. Il sindaco Guido Giordana ha scelto di omaggiare l’ultimo discendente della famiglia reale in virtù del legame storico del casato con il territorio. Valdieri, infatti, è noto per essere stato uno dei luoghi in cui il primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II, istituì una riserva reale di caccia. La cerimonia, tenutasi il 22 settembre, ha visto una manifestazione di protesta da parte di oltre trecento persone, che hanno intonato “Bella ciao” per contestare la decisione del sindaco.

La protesta è stata organizzata dal comitato “Vivere la Costituzione” e si è spostata dalla villa del partigiano Dante Livio Bianco al palazzo comunale. Tra i partecipanti vi erano esponenti significativi della resistenza, come Michele Calandri e Paolo Allemano. Durante il discorso di Emanuele Filiberto, alcuni manifestanti hanno continuato a cantare “Bella ciao”, con la deputata di Fratelli d’Italia, Monica Ciaburro, che ha chiuso le finestre della sala consiliare per interrompere i rumori di sottofondo.

In risposta alle contestazioni, Emanuele Filiberto ha espresso gratitudine nei confronti dell’amministrazione comunale e dei cittadini di Valdieri, sottolineando il suo impegno a tornare presto come “fiero cittadino”. Ha commentato le proteste dicendo che chi lo contesta non comprende lo spirito di amicizia e fratellanza con cui si è presentato nella regione, esprimendo confusione riguardo all’odio diretto verso di lui.

Questo episodio pone l’accento su un tema delicato: la memoria storica e il rapporto con una famiglia che ha giocato un ruolo significativo nella storia d’Italia, suscitando reazioni polarizzate tra chi guarda al passato con rispetto e chi, invece, si oppone alla rievocazione di una monarchia ormai superata. La cittadinanza onoraria, quindi, diventa non solo un riconoscimento personale ma anche un simbolo di divisione nella comunità. L’evento ha sollevato questioni su come la storia e la memoria collettiva siano percepite, creando un dibattito che va oltre i confini locali e che tocca le corde della identità nazionale.

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