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Volkswagen: chiusura di tre stabilimenti e riduzione del 10% degli stipendi dei dipendenti

Volkswagen chiuderà almeno tre fabbriche in Germania, come annunciato dalla presidente del Consiglio di fabbrica, Daniela Cavallo. Questo piano giunge in seguito a preoccupazioni riguardanti il futuro occupazionale dei lavoratori, con possibilità di perdita di decine di migliaia di posti di lavoro. Lo stabilimento di Osnabrueck è particolarmente a rischio, avendo recentemente perso un’importante commessa da Porsche.

In aggiunta alla chiusura degli stabilimenti, si vocifera di una possibile riduzione dello stipendio del 10% per i dipendenti, accompagnata da due anni senza aumenti. La Bild riporta che l’indennità mensile di 167 euro potrebbe essere eliminata, generando un taglio complessivo sugli stipendi pari al 18%. Attualmente, Volkswagen impiega circa 120.000 persone in Germania, con circa la metà di esse a Wolfsburg. Il gruppo gestisce dieci stabilimenti nel paese, con una forte presenza in Bassa Sassonia.

Il governo tedesco ha richiesto a Volkswagen di mantenere i posti di lavoro, evidenziando l’importanza di evitare che le decisioni aziendali danneggino i dipendenti. Il portavoce del governo ha sottolineato che le scelte sbagliate del management non devono riverberarsi su chi lavora per l’azienda. Mercoledì si svolgerà un incontro tra Volkswagen e il sindacato IG Metall per discutere l’accordo salariale, dopo che nel primo round il gruppo aveva rifiutato le richieste di aumento del sindacato.

Thorsten Groger, direttore distrettuale dell’IG Metall, ha descritto i piani di risparmio di Volkswagen come una “profonda pugnalata al cuore” dei lavoratori, esprimendo la necessità di concrete proposte future piuttosto che dichiarazioni generiche. Anche il viceministro delle Imprese e del Made in Italy, Valentino Valentini, ha espresso preoccupazione per l’impatto della situazione di Volkswagen su tutto il settore automotive, sottolineando la difficoltà della transizione energetica.

Dal canto suo, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha commentato l’accaduto come una conseguenza degli errori nelle scelte ideologiche nel settore automotive. Ha ribadito l’importanza di puntare su nuove tecnologie senza essere vincolati a un’unica soluzione tecnologica, sottolineando la necessità di investimenti per garantire la competitività nell’industria.

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