sabato, Ottobre 5, 2024
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Welfare, le richieste del Forum Terzo Settore


«Condividere ogni azione politica con il mondo del Terzo settore e con il mondo dell’associazionismo credo sia l’unico modo che per il futuro possa andar bene per operare dal punto di vista nazionale, regionale, locale». Il ministro per la Disabilità Alessandra Locatelli era l’ospite più atteso all’evento “Verso un nuovo sistema di welfare” nel quale il Forum del Terzo Settore ha presentato il suo Manifestato per un nuovo welfare che si può sintetizzare nelle tre parole chiave prossimità, universalismo e inclusività. Oltre al Ministro Locatelli è intervenuta anche il viceministro al Lavoro e Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci, che invece ha cercato di fare chiarezza sulle intenzioni del governo circa la riforma del Reddito di Cittadinanza.

Ma sono stati tanti i temi al centro della giornata, dall’integrazione socio-sanitaria alla non autosufficienza, dalla disabilità alla povertà.

Il Manifesto del Forum Terzo Settore

A raccontare le linee guida del Manifesto è stato Roberto Speziale, Coordinatore della Consulta Welfare del Forum Terzo Settore, che sui Leps, i Livelli essenziali delle Prestazioni ha sottolineato: «Vogliamo un modello inclusivo basato sui diritti. Quando parliamo di Livelli essenziali non significa minimi, ma indefettibili. È una differenza sostanziale».

Il modello di Welfare a cui aspira il Forum è quello  «che previene e contrasta gli elementi di esclusione e promuove il benessere e lo sviluppo delle persone non solo attraverso interventi di riduzione del disagio e delle povertà, ma anche attraverso il coinvolgimento, attivo e diretto, dei destinatari nei loro percorsi di inclusione culturale, sociale ed economica».

Cinque, secondo il manifesto, le azioni da intraprendere per arrivare a un nuovo sistema di welfare. Innanzitutto, sviluppare un sistema socio-sanitario integrato, esteso ed omogeneo in tutto il Paese, legato in modo esplicito ai Livelli essenziali sanitari e sociali, così come alla dimensione culturale, sportiva ed educativa. In secondo luogo, rivedere il sistema di governance in modo da coinvolgere sia il livello statale che quello regionale e locale, oltre che il Terzo settore in regime sussidiario e di amministrazione condivisa. Terza azione è quella di basare la programmazione su un approccio volto a valorizzare le potenzialità delle persone che vengono prese in carico, anche per rafforzare la partecipazione delle reti di cittadinanza, coniugando welfare e sviluppo della democrazia. Quarto punto: sviluppare il sistema di presa in carico delle persone a partire dai Piani settoriali espressamente previsti dal Piano nazionale degli interventi e servizi sociali 2021-2023. Quinta azione è quella di sostenere lo sviluppo di ulteriori forme di welfare, a partire dal welfare aziendale ed integrativo, definendo adeguati livelli standard che garantiscano omogeneità, qualità e solidarietà.

Dalla Legge delega al progetto di vita

Il ministro Locatelli ha fatto il punto sulla legge sulla Disabilità, i cui decreti legislativi sono molto attesi dalle associazioni di settore. «Tre dei cinque schemi di decreto, dopo il confronto con le commissioni precedentemente istituite e con le Federazioni delle associazioni che rappresentano le persone con disabilità (Fand e Fish), sono stati già predisposti e trasmessi formalmente alle altre Amministrazioni statali coinvolte per l’acquisizione dei relativi concerti» sottolinea Locatelli che ha ricordato come sia fondamentale mettere al centro la persona: «Non si dovrebbe parlare di budget di salute ma budget di progetto: uno dei provvedimenti chiave sarà definire il progetto di vita che finalmente metterà la persona al centro».

L’integrazione socio-sanitaria

Sul fronte dell’integrazione socio-sanitaria, numerose le richieste delle associazioni intervenute: per Eleonora Vanni, presidente di Legacoopsociali è fondamentale «integrare le risorse e le politiche sanitarie e sociali» mentre per Emma Staine, Coordinatrice Commissione Politiche Sociali della Conferenza delle regioni, «i servizi assistenziali delle Regioni e quelli del Terzo settore devono coordinarsi e integrarsi, solo così costruiamo il futuro del nostro welfare. Con questa consapevolezza lavoriamo affinché gli interventi di prossimità, di assistenza territoriale, anche privata, abbiano gli stessi obiettivi di collaborazione e di risposta sul territorio». Sulle Case di Comunità, molte associazioni, a partire da Claudio Falasca di Auser, hanno rinnovato l’invito a farle diventare un presidio territoriale anche per il settore del sociale.

Per quanto riguarda l’assistenza alle persone con disabilità, sia il presidente FISH Vincenzo Falabella che l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, Luca Trapanese, hanno puntato il dito contro la burocrazia e le difficoltà che si registrano tra i diversi livelli di governo.

Pallucchi: «Serve massiccio investimento sul sociale»

A tirare le somme dell’evento la portavoce del Forum, Vanessa Pallucchi, che ha sottolineato: «Per realizzare un nuovo welfare che garantisca gli stessi diritti su ogni territorio, la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali è condizione necessaria ma non sufficiente: occorre anche prevedere adeguati finanziamenti e mettere gli enti locali nella condizione di rendere i Leps esigibili in tutto il Paese. Ecco perché chiediamo che nei futuri provvedimenti, governo e Parlamento si impegnino per un massiccio investimento nel sociale, rafforzando in particolare la rete socio-sanitaria e avvalendosi delle competenze e della visione del Terzo settore. Solo in questo modo si può invertire il processo di impoverimento del welfare cui stiamo assistendo da anni, anche a causa della pandemia, e contrastare il drammatico aumento di disuguaglianze e divari territoriali».



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